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"Caro Ministro, Resistenza e lotta alla mafia si somigliano": Pif scrive a Salvini

Il popolare attore e regista palermitano dedica una "letterina" dalle colonne de Il fatto quotidiano al titolare del Viminale Matteo Salvini, proprio nel giorno in cui è a Corleone per celebrare la Liberazione

Non solo il sindaco Leoluca Orlando, ma anche Pif. Il popolare attore e regista palermitano si contrappone contro il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Mentre il titolare del Viminale è nel Palermitano, l'artista gli dedica una "letterina" dalle colonne de Il fatto quotidiano.

"Caro ministro Salvini - si legge - qualche giorno fa lei ha dichiarato che considera la festa del 25 Aprile un derby tra fascisti e comunisti, e che non è interessato a questo tipo di derby. Oggi, infatti, sarà a Corleone perché il suo interesse è quello di liberare il Paese dalle mafie e guardare al futuro e non al passato. Se mi permette le voglio raccontare una storia. La storia di alcuni uomini e di alcune donne che anni fa presero una decisione: combattere per la libertà. Politicamente la pensavano in maniera diversa, fra loro c’erano molti cattolici, ma anche comunisti e repubblicani. Ma quello che li univa era il bisogno di libertà".

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"Lei penserà di certo - prosegue Pif - che si tratti dell’ennesimo retorico racconto sui partigiani di un radical chic con il cuore a sinistra e il portafogli a destra, che scrive dal terrazzo del suo attico e che non conosce i problemi reali del Paese. Se è così, si sbaglia. Innanzitutto perché non le sto scrivendo dal terrazzo del mio attico: purtroppo non ne possiedo uno, anche se mi piacerebbe tanto averlo (ma mai tanto quanto una villa a Mondello!). No, le scrivo da un banale primo piano con balconcino. E si sbaglia, anche, perché ciò che in realtà le ho appena raccontato è la storia della lotta alla mafia. Le ho parlato di persone che politicamente la pensavano in maniera diversa (chi di sinistra e chi di destra) e che, nonostante fossero osteggiati da gran parte della cittadinanza, decisero di prendere una posizione e realizzare l’impossibile: sconfiggere la mafia per vivere in libertà. E lo fecero con l’aiuto di Dio, se credenti, per la loro famiglia e per la loro Patria.È incredibile. La storia dei partigiani, di chi ha combattuto il fascismo, somiglia molto a quella di chi ha combattuto la mafia. Dare un colore politico alla Resistenza italiana è profondamente ingiusto, sbagliato e storicamente falso: gli unici colori che possiamo attribuirle sono rosso, bianco e verde. Quelli del tricolore".

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"Se avessi avuto un attico con terrazzo - conclude Pif - oggi avrei fatto sventolare con fierezza la bandiera italiana. La stessa che voi leghisti, sovranisti dell’ultima ora, qualche anno fa volevate usare per 'pulirvi il culo'. Fortunatamente la cacca dei vostri 'culi' non ha mai sfiorato il nostro Tricolore, rimanendo così solo nei vostri 'culetti' padani".

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