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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Bellolampo, Regione in soccorso del Comune: 7 milioni e rifiuti in altre 3 discariche

La settima vasca non sarà pronta prima di settembre 2020. Si corre ai ripari con l'ordinanza del sindaco e l'aiuto di Palazzo d'Orleans, che trasferirà i fondi per la gestione delle vasche esauste. Indifferenziata a Enna, Alcamo e Lentini per alleggerire il Tmb di Rap

La brutta notizia è che la settima vasca di Bellolampo sarà pronta non prima di settembre 2020, cioè all'anno venturo; la good news è invece il trasferimento di 7 milioni da parte della Regione - sotto forma di anticipazione - per i costi del cosiddetto post-mortem. Ovvero il 30% degli oltre 20 milioni di costi storici sostenuti a Palermo dal 2014 al 2018 per lo smaltimento del percolato delle vasche esauste, frutto di un contenzioso con la curatela fallimentare di Amia che Rap ha vinto al Tar. Soldi che sono una manna perché daranno ossigeno alle casse della Rap. 

L'assessore all'Ambiente Giusto Catania arriva in Consiglio comunale nel bel mezzo di un'emergenza, l'ennesima, che Palermo vive a causa della saturazione di Bellolampo. Precisa subito che "non c'è nessun disastro ecologico, ma siamo davanti ad una situazione critica". Per uscirne fuori, il Comune ha pronta un'ordinanza del sindaco - che aspetta l'ok di Arpa e Asp - per rimuovere 9 mila tonnellate tra rifiuti biostabilizzati e il cosiddetto sottovaglio. Riducendo così di circa il 40% i maggiori costi derivanti dall’esaurimento della sesta vasca. In discarica però, nei piazzali antistanti all'impianto di Tmb, ci sono altre 15 mila tonnelate d'immondizia tal quale (non ancora trattata), che non riescono ad essere smaltite. Ma che, grazie all'intervento della Regione, potranno essere trattate nei Tmb di altri tre impianti: contrada Cozzo Vuturo a Enna, gestito dalla Ambiente e Tecnologia srl; contrada Citrolo ad Alcamo, della società D'Angelo srl-Eco Ambiente srl; contrada Grotte San Giorgio Catania-Lentini, della Sicula Trasporti. Per un totale massimo di 300 tonellate al giorno.

Sempre la Regione ha imposto a 21 Comuni del Palermitano - tramite un secondo decreto - di effettuare la tritovagliatura e il trattamento meccanico biologico dei rifiuti non più a Bellolampo ma ad Alcamo, presso la ditta D'Angelo srl-Eco Ambiente srl. Altre 98 tonnellate al giorno che non varcheranno più i cancelli di Bellolampo, dove "tra le molteplici cause che hanno deteminato l'emergenza c'è l'asimmetria tra i rifiuti in entrata e quelli in uscita". Così si è espresso l'assessore Catania davanti ai consiglieri comunali, sottolineando le difficoltà nel trattamento dei rifiuti. Difficoltà che dovrebbero essere superate da Rap con lo stoccaggio delle ecoballe nell'area ex inerti e con il noleggio di un Tmb mobile e di un impianto di biostabilizzazione della frazione organica di sottovaglio: le due nuove macchine, che permetteranno di trattare 600 tonnellate di rifiuti al giorno, saranno installate nell'area "ex Unieco", ancora non del tutto sgombrata da Eco Ambiente. Ovvero dal privato che ha supportato Rap fino al 31 maggio a smaltire l'immondizia e che ora, per un gioco di coincidenze (che per i più maliziosi coincidenze non sono), rientra in partita in questa emergenza-bis. 

"C'è un sistema di gestione privata dei rifiuti in Sicilia che crea scompensi al pubblico" si limita a dire l'assessore Catania, che ammonisce: "Questa non è un'emergenza locale, ma addirittura nazionale. Basta allargare l'orizzonte al resto del Paese per accrogersene". Delle tre discariche individuate dalla Regione per accogliere i rifiuti di Palermo, aggiunge Catania, "solo una, quella di Motta, ha aperto i cancelli; Siculiana invece ha respinto i compattatori, mentre Lentini ha chiesto delle analisi sul sopravaglio che richiedono tempo". L'esponente della Giunta Orlando si sforza però di vedere il bicchiere mezzo pieno. Perché rispetto al passato c'è "una stretta collaborazione istituzionale con la Regione". Nel suo intervento a Sala delle Lapidi lo rimarca più di una volta Catania, che in questi giorni ha lavorato a stretto contatto con l'assessore regionale all'Energia Alberto Pierobon. La Regione, tra l'altro, sosterrà il Comune anche presso il ministero dell'Ambiente per avere le risorse necessarie a coprire con la raccolta differenziata "porta a porta" il 100% della popolazione. L'obiettivo è passare da un sistema incentrato sui conferimenti in discarica alla differenziata spinta. Emergenza e progetto per usare un celebre claim che il sindaco Orlando ripete dalla campagna elettorale del 2012. Peccato però che sette anni dopo la sua prima rielezione, Palermo è quasi all'anno zero in tema di rifiuti. 

Di fronte all'impossibilità di conferire in discarica, adesso la svolta sul riciclo è l'unica strada percorribile. Anche perché la consegna della settima vasca slitta da maggio a settembre del prossimo anno. Questo significa che i rifiuti di Palermo continueranno ancora a viaggiare ancora. Con la Rap a caccia di soldi (servono circa 17 milioni) e mezzi. Al momento quelli disponibili sono 25, insufficienti per fare fronte ai ritmi di conferimento dei rifiuti. Ne servirebbero il doppio. Il Comune ha chiesto aiuto anche all'Esercito per reperire altri mezzi, ma non se ne farà niente "vista - riferisce Catania - la pesantezza della procedura". Da Roma in sostanza avrebbero rifiutato l'intervento. "Faremo una nuova gara - dice Giuseppe Norata, amministratore unico della Rap - per reperire i camion anche fuori dalla Sicilia, quelli disponibili li abbiamo presi tutti".

Per quanto riguarda infine il potenziale squilibrio nel bilancio del Comune derivante dai maggiori costi per il trasferimento dell'immondizia in altre discariche, il ragioniere generale Paolo Bohuslav Basile ha chiarito in Consiglio che "sulla base degli atti acquisiti non sussistono i presupposti che gli extra costi siano attribuibili alla responsabilità del Comune". Ergo, "non si richiedono al Consiglio interventi per riequilibrare il bilancio". 

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