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Ars, Miccichè vittima dei franchi tiratori: doppia fumata nera per la presidenza

Alla seduta inaugurale non bastano due votazioni per eleggere il presidente: il leader di Forza Italia non ce l'ha fatta per un voto. Alla prima votazione astenuti Pd e Sicilia Futura. Tutto rinviato a domani, quando sarà necessaria la maggioranza assoluta

Non sono bastate due votazioni per eleggere il presidente dell’Ars. Fumata nera, anzi nerissima nella seduta inaugurale della XVII legislatura regionale. Gianfranco Micciché, candidato alla presidenza dell’Ars per il centrodestra, si è fermato a 35 preferenze: una in meno di quelle necessarie per essere eletto sullo scranno più alto di Sala d’Ercole. Ovvero la metà più uno dei deputati. Due i franchi tiratori che hanno impedito l’elezione di Miccichè. Tutto rinviato a domani, quando sarà necessaria la maggioranza assoluta dei votanti. 

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Alla prima votazione Pd e Sicilia Futura si sono astenuti, mentre ognuno dei deputati del Movimento 5 Stelle ha votato se stesso. Risultato: Miccichè 33 voti, Savona 1, una scheda bianca, Tancredi con due voti e via via tutti gli altri del M5S. Alla seconda chiama, non basta il soccorso di Sicilia Futura al centrodestra, Micciché si ferma a 35 voti, Mancuso 1, una scheda bianca (molto probabilmente di Fava), Tancredi ancora 2 e il resto dei pentastellati uno. Pesa l’assenza – giustificata – tra i ranghi della maggioranza che all’Ars sostiene il governo Musumeci del deputato siracusano Giuseppe Gennuso, che ha avuto un grave lutto in famiglia (è morta la moglie).

Seconda votazione, Miccichè non ce la fa per un voto

Inevitabilmente scatta la caccia ai franchi tiratori. Le voci si rincorrono tra i corridoi di Palazzo dei Normanni. Fra chi ha avuto posizioni critiche nel recente passato nei confronti di Miccichè c’è Vincenzo Figuccia (neo-assessore all’Energia), ma il diretto interessato smentisce in modo netto: “Non sono io il franco tiratore”. Così come, tra la prima e la seconda votazione, a smentire un ipotetico mancato sostegno a Miccichè è il leghista Toni Rizzotto: “Che sia chiaro – ha detto Rizzotto irrompendo in sala stampa – non sono io uno dei due franchi tiratori”.

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Al termine della seduta – presieduta dal catanese Alfio Papale (deputato più anziano), assieme ai segretari Luigi Genovese ed Elena Pagana (i più giovani) – è intervenuto il presidente della regione Nello Musumeci per fugare dubbi su eventuali “falle” nel centrodestra: “Ho registrato con piacere che la maggioranza ha fatto il proprio dovere – ha affermato –. E' un buon inizio, spero che domani si possa eleggere il presidente. Ho respirato un clima di serenità. I numeri non hanno bisogno di essere commentati: noi siamo 36, meno Gennuso 35. Che sono i voti risultati dalla seconda votazione”.

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Delle due l'una: o ci sono  perstati franchi tiratori nel centrodestra oppure i due di Sicilia Futura hanno sì votato (come dichiarato da Tamajo e D'Agostino), ma non Miccichè. Le opposizioni vanno subito all’attacco, con il M5S in testa: “La maggioranza – ha detto Giancarlo Cancelleri – ha ricevuto un messaggio chiaro: per le opposizioni, Miccichè non è la persona giusta per guidare l’Ars. La presidenza va sicuramente al centrodestra, che credo adesso debba proporre un altro nome. Il M5S è disponibile a votare un esponente del centrodestra, ma non Gianfranco Miccichè, perché non ha i requisiti. Ora riuniremo il gruppo parlamentare e faremo la nostra proposta sul nome".

Prima votazione, fumata nera per la presidenza | Video  


 

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