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Palestre e centri fitness, il presidente del Cism: "Ars legittima condotte illegali"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Il 29 dicembre 2014, la Regione Sicilia, approva una legge: "Norme in materia di promozione e tutela dell’attività fisico-motoria e sportiva, a garanzia di maggiore tutela degli utenti praticanti attività fisica all'interno di palestre e centri fitness. Cosa ancor più importante ottenuta dalla presente legge è la possibilità di colmare quel vuoto legislativo relativamente alla regolamentazione dei luoghi dove si svolge attività fisico-motoria e sportiva finalizzata al raggiungimento di una superiore capacità fisiologica o funzionale o quelle aventi anche finalità ludico-ricreative e di benessere fisico o attività terapeutica o riabilitativa.

Infatti, le Norme Coni Approvate con deliberazione del Consiglio Nazionale del Coni (n.1379 del 25 giugno 2008) soprattutto la Parte III, regolamenta e provvede già a questo, rimanendo tuttavia perlopiù inapplicata. Ed è proprio in questo contesto che assume particolare importanza il ruolo del laureato in Scienze Motorie. Nel gennaio di quest'anno l'onorevole Barbagallo, propone di rivalutare o l’abrogazione della Legge n. 29 in toto o l’abrogazione di alcuni articoli della stessa legge. In particolare per l’assessore l'obbligatorietà di avere un Direttore Tecnico nelle strutture in cui si svolge attività motoria, rappresenterebbe una condizione troppo onerosa per i gestori, dimenticando l'obiettivo principale della legge, cioè la piena tutela della salute del cittadino che pratica attività motoria e il diritto di essere seguito da professionisti e non da improvvisati, garantendo così adeguati standard di assistenza e sicurezza.

Poche settimane dopo dalla suddetta proposta, si svolge una riunione negli uffici dell’Ars con il deputato regionale Giampiero Trizzino in collaborazione con i professori Antonio Palma e Giovanni Caramazza della Facoltà di Sc. Motorie e il rappresentante del Cism la prof.ssa Rosaria Margagliotti per la creazione dell’emendamento a tutela della legge 29. Il sei aprile viene approvata in Commissione Bilancio la modifica alla norma sulle professioni motorie, che permetterà al Governo di emanare il regolamento. Fino ad arrivare a giorno 16 del mese di maggio, con un ulteriore risvolto: vengono proposti gli emendamenti dell’articolo 82 del DDL 1276/A Stralcio I, in cui si riprende la legge Regionale 29 del 29/12/2014. Ad esclusione degli emendamenti n. 82.2 e 82.3 si sta tentando di snaturare la legge, rendendola priva di campi di applicazione. In particolar modo al n.82.3 risulta fondamentale l’abrogazione dell’art.3, comma 1, lettera “b” poiché esclusivi essenziali requisiti per l’esercizio della Direzione Tecnica risultano essere opportunamente indicati in lettera “a” del presente comma, nonché abrogazione dell’art. 3 comma 2, lettera “b”, in quanto solo personale in possesso di qualifica accademica potrà contribuire ad un significativo sviluppo delle discipline sportive professionistiche.

Ancora al n. 82.4 la legge si rende inapplicabile agli articoli 3,4,7, per gli impianti in cui svolgono attività escludendo gli impianti dove è svolta attività dalle ASD e le SSD (associazioni/società sportive dilettantistiche) riconosciute dal CONI , schernendo di fatto gli alti propositi. Infatti gli unici che dovrebbero rispettarla sarebbero le imprese individuali o società che già sono tenute ad osservare tali regolamenti. In questo modo l'emendamento 82.4 legalizza quello che è sempre stato uno stratagemma di elusione. Lo legalizza, legittimando comportamenti e condotte illegali che mettono a rischio l’utente ignaro.

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