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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Condannati per danno erariale incandidabili? La "geografia" dell'Ars legata a una sentenza

La Corte costituzionale si dovrà pronunciare su una questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tribunale nell'ambito di un ricorso presentato dall'onorevole Pino Apprendi (Pd) contro il deputato regionale Francesco Riggio, decaduto dalla carica per la legge Severino

Uno tsunami pronto ad abbattersi sul Parlamento regionale siciliano attuale, ma anche - e soprattutto - su quello futuro che verrà eletto a ottobre. A scatenarlo potrebbe essere una sentenza della Corte costituzionale, che si dovrà pronunciare su una questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tribunale di Palermo, nell'ambito di un ricorso presentato dall'onorevole Pino Apprendi (Pd) contro il deputato regionale Francesco Riggio, decaduto dalla carica per la legge Severino. 

Apprendi, che nel frattempo ha preso all'Ars il posto di Riggio - condannato in via definitiva dalla Corte dei conti per un danno erariale pari a oltre 3,7 milioni di euro in relazione allo scandalo dei corsi di formazione Ciapi - è andato avanti nella sua battaglia per fare applicare anche in Sicilia una legge nazionale che prevede l'incandidabilità e la decadenza dei deputati che hanno subito una condanna per danno erariale.

Dopo il ricorso di Apprendi, difeso dagli avvocati Francesco Leone e Simona Fell, il giudice civile del Tribunale di Palermo Michele Ruvolo ha emesso un'ordinanza che solleva una questione di legittimità costituzionale sulla legge elettorale con cui si eleggono i parlamentari all'Ars. "Il giudice di Palermo apre un focus sulle cause di incompatibilità con la carica di deputato regionale che effettivamente rappresentano un vulnus nella nostra legislazione", spiega l'avvocato Francesco Leone.

Tutto inizia nel gennaio del 2016, quando la Corte dei conti ha condannato in via definitiva per danno erariale l'allora deputato Francesco Riggio, che dovrà pagare la somma di 3,7 milioni di euro. A questo punto, Apprendi, da primo dei non eletti nel Pd, "avendo bene in mente la normativa nazionale sull'elezione dei consiglieri regionali, legge numero 154 dell'81, che considera incompatibile con la carica di deputato regionale colui che è stato dichiarato responsabile verso l'ente", si rivolge allo studio legale 'Le Rete dei diritti' di Francesco Leone e Simona Fell. Per la normativa nazionale chi è stato condannato è incompatibile con la carica da consigliere quindi, se eletto, decade. Tranne che non abbia estinto il proprio debito.

"La cosa incredibile è che Apprendi viene da noi con la normativa nazionale – sottolinea l'avvocato Leone – e confrontandola con quella regionale ci siamo resi conto che c'è un vulnus". A questo punto, i due legali hanno fatto un primo reclamo alla commissione Verifica dei poteri dell'Ars. "Abbiamo chiesto al Parlamento di analizzare la questione – dicono - per capire se la posizione di Riggio fosse compatibile con quella di deputato all'Ars e al nostro reclamo a maggio 2016 la commissione verifica poteri ha sollevato un vizio di forma. Così, ci hanno rigettato la richieste e abbiamo presentato una nuova istanza. Il 20 luglio scorso ci ha risposto dicendo che nella nostra legislazione non sono previste queste cause di incompatibilità, rigettando la nostra richiesta di decadenza di Riggio. Non ci restava quindi altra strada che rivolgerci ad un giudice".

In giudizio, l'Ars ha chiesto il rigetto del ricorso "ritenendo che la potestà legislativa consente di creare differenza tra noi e il resto d'Italia. Il pm ha chiesto il rigetto e qualche giorno fa il giudice, accogliendo le nostre richieste, ha ritenuto rilevanti le nostre rimostranze". 
La palla passa ora alla Corte costituzionale. "Gli effetti che una sentenza di accoglimento potrebbe avere sul nostro Parlamento sono enormi", dicono gli avvocati Leone e Fell. "Sarebbero tanti i notabili che non potrebbero candidarsi alle regionali, noi ci aspettiamo un accoglimento da parte della Corte costituzionale - dice Leone -. In questo caso la Sicilia non sarà più una 'Repubblica delle banane', ma tornerà a essere una Regione uguale alle altre".

Ma quali sono i tempi per la Corte costituzionale? "L'ordinanza è stata registrata, siamo nella prima fase, nel momento in cui verrà pubblicata in Gazzetta ufficiale abbiamo 20 giorni per poterci costituire, con le parti in giudizio, Riggio, Ars e il procuratore", spiega l'avvocato Simona Fell. E aggiunge: "Dopodiché ci sarà la nomina del giudice e la convocazione della Corte in pubblica udienza. Riteniamo che ci siano buonissime possibilità di vincere perché il giudice ha ammesso le nostre richieste per dire che questo unicum non è giustificabile neppure davanti al potere legislativo che ha la Regione Siciliana". 

Un'eventuale sentenza favorevole della Consulta potrebbe inibire la candidatura di molti degli attuali big della politica siciliana e tanta gente che aspira a un posto all'Ars probabilmente non si potrà candidare. “Ringrazio gli avvocati Leone e Fell che hanno creduto in questa mia follia. La cosa che mi ha colpito di più è la superficialità con cui l'Ars ha trattato la vicenda e l'approssimazione nelle risposte fornite dalla commissione Verifica poteri. Poi non ci spieghiamo il perché si sviluppa tutta questa antipolitica...”., dice Apprendi, che annuncia la presentazione di un ddl “per adeguare la legge regionale in materia d'incompatibilità dei deputati alla normativa nazionale prima che intervenga la Corte costituzionale. “Vedremo - conclude - se il Parlamento siciliano vorrà riallinearsi nel diritto al resto d'Italia. Io credo che sia necessario evitare ricorsi e decadenze post elezioni, visto che la Corte Costituzionale si pronuncerà nel giro di un anno”. Il deputato Pd chiederà al suo partito “di prendere una posizione netta”.

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