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Cuffaro ospite dell'Ars, scontro M5S-Miccichè: "Una porcata", "Censura non è nel mio dna"

L'ex governatore sarà relatore al convegno "Oltre le sbarre. Uno sguardo ai diritti e alle tutele dei figli dei detenuti". I pentastellati insorgono, ma il numero uno di Sala d'Ercole difende la decisione: "Mettere la museruola è segno di paura". Cuffaro: "Smentisco mio ritorno in politica"

Il nome di Totò Cuffaro torna ad animare il dibattito politico. Ad accendere gli animi è il suo ritorno all'Assemblea regionale siciliana come relatore del convegno "Oltre le sbarre. Uno sguardo ai diritti e alle tutele dei figli dei detenuti", organizzato dal deputato regionale dell'Udc, Vincenzo Figuccia. La scorsa legislatura l'allora presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone negò all'ex governatore, che ha scontato in carcere una condanna definitiva per favoreggiamento alla mafia, di partecipare a un convegno sempre sul tema delle carceri. Opposta la decisione del presidente in carica Gianfranco Miccichè.

La presenza dell'ex presidente della Regione ha mandato su tutte le furie il Movimento Cinque Stelle. "Non ci sono parole. Il ritorno di Cuffaro all’Ars è di una vergogna assoluta. Anzi, una porcata - si legge in una nota del gruppo -. Sa pure di beffa: non solo viene srotolato il tappeto rosso davanti a un condannato per fatti di mafia, ma si lo fa pure nella sala dedicata a chi per mano della mafia ci ha rimesso la vita (L'evento si terrà nella sala Mattarella ndr). Non c’è che dire, pensavamo di aver toccato il fondo con le ultime uscite di Micciché, ma evidentemente si vuole continuare a scavare. Prosegue – aggiungono gli esponenti M5S -  la gestione fallimentare della presidenza Miccichè, che continua a guadagnarsi  i titoli dei giornali per fatti negativi,  mai per la produttività del Palazzo che è quasi nulla. In quanto a inviti inopportuni, tra l’altro, Miccichè ha pure un fresco precedente, quello, del tutto fuori luogo, fatto a Mori e De Donno in occasione della proiezione del docufilm sul generale Mori. E pi ci si chiede perché i cittadini si allontanano dalla istituzioni. Si proceda in questo senso e il solco finora scavato diventerà un baratro”.

Su Facebook la replica di Miccichè. "Caro Giancarlo Cancelleri - si legge - comprendo bene che ti senti in 'missione per conto di Dio' ma non compete né a me, né a te fare il giustiziere.  Che ti piaccia o no Totò Cuffaro ha scontato la sua pena e saldato il suo debito con la giustizia. Ricorda, inoltre, che mettere la museruola a qualcuno è segno di paura, non di forza.  In vita mia non ho mai impedito a chicchessia di dire la sua, men che meno lo farei con chi ha sofferto in carcere. E non lo farò nemmeno stavolta, nemmeno se il tuo problema si chiama Totò Cuffaro. Non starò qui a spiegarti che costui rappresenta un pezzo importante di recente storia siciliana. E una cosa sia chiara: censurare non fa parte del mio dna".

"Il manicheismo - commenta Claudio Fava, deputato regionale del movimento CentoPassi e Presidente della Commissione antimafia regionale - è una bandiera facile da innalzare, non si paga mai pegno e ci rende tutti eroi. Leggo di vibratissime proteste perché un ex detenuto, che ha scontato interamente la propria pena, viene invitato a discutere (con il direttore del carcere di Palermo e con il garante per i detenuti) di galera, pena e riabilitazione. Vibratissime proteste perché l’ex detenuto in questione è Totò Cuffaro. Magari se fosse stato un rapinatore, un omicida, un terrorista o un tangentista nessuno si sarebbe strappato le vesti". 

"Smentisco categoricamente qualsiasi mio impegno futuro in politica - afferma Totò Cuffaro -. La richiesta di poter beneficiare della riabilitazione penale è un diritto che intendo esercitare e che nulla ha a che vedere con la politica attiva e di partito. L’unico impegno politico che intendo proseguire è quello sociale e umanitario in favore degli ultimi e che mi vede coinvolto con tante altre persone in progetti di assistenza medica e per la realizzazione di infrastrutture sanitarie".

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