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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Dopo la bocciatura del Governo l'Ars ci riprova: approvata nuova legge urbanistica

Via libera al provvedimento che modifica alcune norme della riforma già varata dal Parlamento regionale nell'agosto 2020 e che erano state impugnate in seguito dal Consiglio dei ministri

Con 45 voti favorevoli, otto astenuti e nessun contrario l'Assemblea regionale siciliana ha dato il via libera alla legge che modifica alcune norme della riforma urbanistica varata dal Parlamento regionale nell'agosto 2020 e che erano state impugnate in seguito dal Consiglio dei ministri. L'ok è arrivato nel corso della seduta presieduta da Gianfranco Miccichè.

Il nuovo testo, che conta 17 articoli, recepisce quindi le sottolineature giunte da Palazzo Chigi e consente di superare l'impugnativa. Viene ribadita la centralità del piano territoriale regionale, con valenza esclusivamente urbanistica. Viene confermato il principio del consumo del suolo tendente a zero e della rigenerazione urbana, attraverso il recupero e il riutilizzo dell’edilizia esistente; viene introdotto il Piano urbano generale (Pug) che sostituisce il vecchio Piano regolatore regionale (Prg); sono introdotte le norme che consentiranno di realizzare opere pubbliche anche quando i vincoli sono scaduti e viene ripristinata, infine, la possibilità di realizzare impianti e manufatti edilizi nelle zone agricole secondo la normativa nazionale di riferimento.

"Con l'approvazione di oggi perfezioniamo la riforma 'Governo del territorio' approvata dall'Aula dopo 40 anni - ricorda la presidente della quarta Commissione dell'Ars, Giusi Savarino -. Su una materia così complessa e per troppo tempo dimenticata è normale ricevere sempre nuove sollecitazioni e recepirle - aggiunge -. È una materia in continua evoluzione, sempre perfettibile. Oggi abbiamo fatto un altro passo in avanti per dare alla Sicilia il miglior testo possibile. Abbiamo perfezionato l'approvazione del Pug mediante conferenza di pianificazione e il Piano territoriale regionale non avrà più valenza paesaggistica". 

Viene inoltre revocata la possibilità per i Comuni di redigere pareri su alcune materie come la commissione Via /Vas. "Sono modifiche concordate con il governo nazionale, grazie alle quali la riforma varata dal governo Musumeci è pienamente valida ed efficace - conclude Savarino - Un altro impegno mantenuto. Avanti così".

"Si tratta di un risultato storico – commenta l’assessore Cordaro - che il governo Musumeci aveva inserito fra le sue priorità e che, a distanza di 42 anni dalla precedente riforma targata Mattarella-Fasino, pone la Regione Siciliana all'avanguardia. Con questa riforma ribadiamo la filosofia della tutela dell’ambiente in un’ottica di diritto regolamentato che rilanci l’edilizia e l’economia della Regione Siciliana”.

Negativo il giudizio del segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, sulla riforma voluta dal governo regionale. "Al quarto anno di legislatura arriva la prima e attesa riforma del governo Musumeci - le parole in Aula di Barbagallo motivando l'astensione dei dem al momento del voto -. Il Pd aveva chiesto di inserire alcune norme per adeguarci ai più moderni paesi europei e alle regioni italiane più virtuose. E invece quella votata oggi a Sala d'Ercole è una legge già superata che non risolve le questioni dell'urbanistica siciliana. Questa legge infatti non snellisce i tempi dei procedimenti per l'approvazione degli strumenti urbanistici e non prevede un adeguato regime transitorio per tutti i piani regolatori in itinere. Di fatto, oggi ci sono circa 200 comuni che - ancora Barbagallo - hanno avviato i procedimenti di approvazione dei piani regolatori ma soltanto 30 sono già stati 'depositati' negli uffici dell'assessorato regionale. Ciò vuol dire che, col regime transitorio appena approvato, 170 comuni dovranno ricominciare la procedura da capo". E ancora: "Il governo non ha avuto cura di predisporre una disponibilità finanziaria adeguata su un settore così importante per il lo sviluppo del territorio. In questo modo non si potrà far fronte agli scempi legati agli abusi edilizi nè si potrà fornire sostegno agli enti locali che devono sostenere i costi legati alle relative demolizioni e alla progettazione dei nuovi strumenti".
 

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