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Regione, Governo battuto in aula: niente soldi a Riscossione Sicilia

Maggioranza battuta in aula e dura reazione di Crocetta. "Così si consegna la Sicilia a Equitalia. Centinaia di lavoratori a rischio". La Corte dei conti sul bilancio: "Innegabile squilibrio strutturale tra entrate e spese". E intanto La Regione va in esercizio provvisorio

Riscossione Sicilia non riceverà dalla Regione i 2,5 milioni previsti per la ricapitalizzazione della società, mentre la Corte dei Conti "punta il dito" contro l’Amministrazione sottolineando come ci sia un "innegabile squilibrio strutturale tra le fonti di entrate e le spese obbligatorie". Il Governo Crocetta battuto in aula sull’emendamento soppressivo presentato dal Movimento 5 Stelle per l’assegnazione dei fondi alla società che gestisce la raccolta dei tributi nell’isola che così rischierebbe il fallimento. "E' un voto allucinante, frutto della logica - ha commentato il Presidente - dell'opposizione per l'opposizione. Con questo voto si consegna la Sicilia a Equitalia". Approvato il Bilancio interno della Regione con 2,8 milioni in meno rispetto all’anno precedente.

L’emendamento proposto dai deputati grillini è passato con voto segreto, 36 i favorevoli e 33 i contrari, con la maggioranza battuta in aula. Dura la reazione di Rosario Crocetta che ha commentato: "E' un atto gravissimo in una fase in cui Riscossione Sicilia è impegnata nella lotta all’evasione". Poi ha rilanciato sulle conseguenze di questa votazione. "La gestione così passa a Equitalia, quello che questo Parlamento non vorrebbe”, anche perché si rischierebbe il "licenziamento di centinaia di lavoratori", ha tuonato il Governatore.

"Da tre anni - afferma la deputata del M5S all'Ars Claudia La Rocca - in commissione sentiamo gli stessi discorsi, ma senza che si arrivi mai a una reale soluzione. Dall'assessore all'ultimo dei deputati invochiamo un piano industriale che non è mai arrivato. E' evidente che Riscossione abbia un problema strutturale, e non è certo con ulteriori finanziamenti che si risolvono. Quest'anno sta chiudendo con un passivo di oltre 11 milioni e mezzo di euro. Dovevamo tirare il sasso in queste acque stagnanti, speriamo sortisca l'effetto che finora non c'è stato".

E intanto, ieri, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha riunito il Consiglio di presenza, approvando il bilancio interno che prevede tagli per 700 mila euro per le attività culturali e di 150 mila euro per le iniziative con la Fondazione Federico II. I giudici contabili, nell’antivigilia di Natale e dopo l’incontro con l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei e il ragioniere generale Salvatore Sammartano, hanno depositato una delibera nella quale prendono atto delle deduzioni dei rappresentati dell’Amministrazione "tese a escludere la sussistenza, nell'immediato, di situazioni tali da compromettere gravemente gli equilibri di bilancio" ma sottolineano che permangono "criticità in ordine alle tensioni di cassa, in quanto il prospetto depositato in adunanza, aggiornato al 27 novembre, restituisce un quadro fortemente problematico, con un saldo di circa 117 milioni a fronte di pagamenti previsti per 321 milioni".

l Documento di programmazione economico-finanziaria 2016-2018, discusso già ieri, tornerà oggi in aula. In programma una convocazione della commissione Bilancio dell'Ars per esaminare il Dpef, e successivamente il testo sarà votato a sala d'Ercole. All'ordine del giorno c'è anche l'esercizio provvisorio di due mesi. "Avrei preferito di no - spiega l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei - ma va bene lo stesso. Nel testo due o tre articoli per gestire la spesa bloccata. L’importante è arrivare al risultato finale".

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