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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

"Il deputato Figuccia si dimetta", 500 donne firmano l'appello lanciato su Facebook

L'iniziativa del gruppo "Siciliane", in cui convergono anche attiviste, professioniste, studentesse e attrici dopo le parole giudicate "maschiliste e violente" del politico. "Non conta ciò che hanno tra le gambe, ma ciò che hanno tra le orecchie", aveva detto qualche giorno fa

Le parole del deputato leghista Vincenzo Figuccia, cioè quel "ciò che conta non è ciò che gli assessori hanno in mezzo alle gambe, ma ciò che hanno in mezzo alle orecchie", già qualche giorno fa avevano scatenato un vespaio. Ora però si è passati alla mobilitazione e, attraverso un appello lanciato su Facebook dal gruppo "Siciliane", in cui ci sono studentesse, professoresse, attrici, attiviste, giornaliste e professioniste, sono già 500 le donne che hanno firmato una lettera durissima e che chiedono le dimissioni del politico.

Una frase, relativa all'assenza di donne nella giunta regionale guidata da Nello Musumeci in seguito al rimpasto, che viene definita "violenta e maschilista" e "una caduta di stile che dimostra - si legge nella lettera - l’arroganza al potere, l’avidità e l'ignoranza di chi si crede impune. Di chi alimenta la cultura patriarcale e machista rendendola pregiudizio morale di una visione plurale, che accoglie tutte le sensibilità e le valorizza”.

"L’affermazione di Figuccia - prosegue il documento - è la conferma, ancora una volta, di una subcultura presente oggi in una parte della politica, quella più violenta e conservatrice che crede ancora che il potere di decidere della vita degli altri deve essere maschio. Non accettando, invece, che femmina è la possibilità di contribuire a generare eguaglianza, pari opportunità, apertura, melting pot".

L’esclusione di donne dal Governo regionale "è una notizia desolante che fa cominciare nel peggiore dei modi il nuovo anno per la Sicilia e per tutte le donne che ogni giorno contribuiscono alla crescita culturale, economica e sociale dell’Isola. Ma, purtroppo, è al passo con quanto emerge ogni giorno da notizie e dati statistici.  Non dimentichiamo che - scrive ancora il gruppo di donne - dal 1947, a sedere sugli scranni di Sala d’Ercole sono state appena 46 donne sul totale degli 811 deputati eletti all’Assemblea. Poco più del 5 per cento. La nostra Isola è ultima per disponibilità di posti al nido (meno di 10 bambini su 100) e al tempo pieno (meno di 6 bambini su 100). È fanalino di coda su scala europea per occupazione femminile. Anche in Sicilia abbiamo più laureate e diplomate rispetto ai coetanei uomini, eppure quasi 8 donne su 10 non lavorano”.

Dati sconfortanti “per questo a indignarci - dicono le autrici della lettera - è la capacità di voler spazzare via secoli di lotte per l'emancipazione, per la parità, per l'accesso ai diritti negati e per la possibilità di poter contribuire al bene comune. Solo la rappresentanza politica di una diversità di genere, etnia, religione, orientamento sessuale, provenienza geografica, lingua, opinione politica, condizione personale e sociale - sottolineano le Siciliane - possono realmente migliorare il mondo in cui viviamo. Il contrasto a tutte le condizioni che storicamente, socialmente e culturalmente hanno portato a una scarsa eterogeneità nella rappresentanza politica va perseguita con azioni legislative, sociali e politiche, nella più vasta accezione del termine. Non vogliamo - concludono - solo piangere l'ennesimo corpo di donna trafitto e umiliato. Vogliamo invece ribellarci sempre e con forza ad azioni, linguaggi, decisioni che provano a umiliare le donne, il loro protagonismo sulla scena politica e a relegarle al buio della sconfitta sociale. Ma noi non ci stiamo. Non basteranno le scuse, non stavolta. Il leghista Figuccia si dimetta”.

Si può sottoscrivere la lettera sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/siamosiciliane/

La reazione di Figuccia

Qualche ora dopo gli attacchi ricevuto, il deputato regionale ha fatto sentire la propria voce: "Mi sembra una polemichetta radical chic su un maschilismo inesistente. Con una sorella consigliera comunale - spiega - dubito si possa sostenere che io sia contro l'impegno delle donne in politica. Francamente non comprendo in che cosa si concretizzi il maschilismo nel sostenere che le donne vanno supportate non perché donne ma perché sono brave. L’isterismo di una certa sinistra da salotto che spesso utilizza le donne come elemento decorativo mi conferma che le mie parole hanno smascherato una ipocrisia generalizzata che vuole le donne specie protetta e non protagoniste di una parità incentrata sul merito. Tuttavia alla loro cattiveria rispondo con un sorriso".

Articolo aggiornato alle 18.30 del 2 gennaio 2021 // inserita reazione deputato Figuccia

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