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Ambiente, Sicilia travolta dai disastri ma non spende i soldi per la prevenzione

Il duro atto d'accusa arriva da una relazione della Corte dei Conti: dei 789 milioni di euro contro il dissesto idrogeologico ne sono stati impegnati solo 45,33, circa il 20%. Il presidente del Centro Pio La Torre: "E' gravissimo che la Regione abbia fatto poco e niente per prevenire rischi ripetutamente annunciati"

Nella Sicilia dei disastri ambientali, al record di soldi disponibili per la prevenzione corrisponde una minima spesa. Lo afferma il Centro studi Pio La Torre che riferisce del duro atto di accusa della Corte dei conti: all'Isola sono state assegnate le maggiori risorse, con circa 789 milioni di euro, seguita da Lombardia con 598 milioni, Toscana (591 milioni), Campania (486 milioni) e Calabria con 452 milioni. Mentre risultano impegni di spesa per opere contro il rischio dissesto idrogeologico per 45,33 milioni pari al 19,9% e pagamenti per 28,66 milioni pari al 12,6%. Catania e Messina non hanno speso un euro.

Dall’esame delle tabelle contenute nella relazione "Gli interventi delle Amministrazioni dello Stato per la mitigazione del rischio idrogeologico" si rileva come la Sicilia sia la regione cui sono state assegnate le maggiori risorse con circa 789 milioni di euro, seguita dalla Lombardia con 598 milioni di euro, dalla Toscana (591 milioni), dalla Campania (486 milioni) e dalla Calabria con 452 milioni di euro.

Le tabelle allegate alla Relazione forniscono alcune, utili, tracce per rendersi conto dei colpevoli ritardi e delle occasioni sprecate. La Sicilia ha avuto assegnate risorse a carico dei programmi finanziati dal Fesr 2014-2020 attinenti al rischio idrogeologico ed all'erosione costiera per 227,28 milioni di euro. Risultano impegni per 45,33 milioni pari al 19,9% e pagamenti per 28,66 milioni pari al 12,6%. Per quanto riguarda i cosiddetti patti per lo sviluppo, dai dati forniti dall'Agenzia per la coesione emerge che dei 585,3 milioni di euro di interventi contro il dissesto idrogeologico finanziati nel patto regionale siciliano su fondi Fsc 2014-2020 ne sono stati impegnati solo 25, 9 e pagati appena 9.

In compenso il Patto Città di Catania e quello di Messina 19,4, che avevano finanziamenti rispettivamente per 31,3 milioni di euro e 19,4 risultano non aver impegnato- e tanto meno speso - un solo euro. Un poco meglio va Palermo che su 40,2 milioni assegnati è riuscito ad impegnarne 2,5, tuttavia si segnalano pagamenti pari a zero euro. 

"I numeri hanno la testa dura e parlano chiaro - spiega il vicepresidente del Centro Pio la Torre, Franco Garufi, che ha analizzato la relazione -: i soldi per intervenire c'erano, sono stati utilizzati poco e male. Anche le amministrazioni centrali dello Stato hanno le loro colpe ma la Regione a statuto speciale ha tra le proprie potestà esclusive la tutela del territorio e dell'ambiente e la gestione della lotta al rischio idrico e geologico. Ed è gravissimo che abbia fatto poco e niente per prevenire rischi ripetutamente annunciati. Per quanto straordinari siano gli eventi meteorologici di queste ore, non v'è dubbio che i danni sono stati moltiplicati dalle condizioni fatiscenti dei sistemi idrici e da interventi sul territorio che hanno compromesso irrimediabilmente gli equilibri tra la natura e gli insediamenti umani".

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