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"Dolce ma determinata, addio Alessandra: Palermo aveva ancora bisogno di te"

Ritratto dell'ex parlamentare del Pd, Siragusa, uno dei volti più noti in città, che si è arresa a una lunga malattia. Dagli esordi alla scena politica, alle mille battaglie. Le ultime combattute fianco a fianco con Fabrizio Ferrandelli

“Uno degli ultimi flash? Sono in corsa per diventare sindaco. E’ la notte della grande festa di chiusura della campagna elettorale. Piazza Magione è strapiena. C’è il concerto. Mi volto, e vedo lei sotto al palco. Mi sorride, fa il tifo per me. Ha uno sguardo dolce e le dita incrociate”. Alessandra Siragusa rivive per un attimo nel ricordo accorato di Fabrizio Ferrandelli a PalermoToday. Alessandra si è arresa al tramonto dell’anno, quando ancora la “sua” primavera era lontana. Le ultime battaglie, malattia a parte, per alcune anomalie nelle primarie Pd a Godrano, un anno fa ("Troppi voti, 250, in un paese che conta solo 1150 anime, compresi i minori") e per il ritrovamento di Marcello Volpe, il giovane palermitano scomparso nel 2011. In centinaia tra politici (c'era anche il sindaco Orlando) e gente comune questa mattina le hanno reso l'ultimo saluto a Villa Niscemi. La camera ardente è stata aperta alle 22 di ieri sera. Una notizia che ha commosso tutta la città.

IL BATTESIMO - Ferrandelli la conosceva bene. Un percorso iniziato sette anni fa. Lui, giovanissimo coi i suoi 26 anni, alla prima apparizione pubblica. Lei, politica già affermata. E' il 2006. “Tra noi due si sviluppo subito una grande sintonia. Al punto che dopo pochi mesi mi delegò per aprire la campagna elettorale nella sua corsa a sindaco. Eravamo al Metropolitan, il teatro era pieno. Proprio io, che ero ancora un piscialetto…”.

LA PRIMAVERA - Fedelissima di Pier Santi Mattarella, Alessandra Siragusa si era affacciata alla scena politica già negli anni Ottanta. Lei, consigliere comunale, nel periodo più buio della città. S’era fatta largo a poco a poco nella Palermo degli anni di piombo. Una realtà crivellata dalla mafia, che si stava accorgendo di questa donna così giovane e battagliera, cresciuta al Gonzaga. “Ancellina” della prima ora, che dopo la scuola si tuffò nelle battaglie di quartiere, tra associazioni giovanili e circoscrizioni. Fino a diventare una delle protagoniste della primavera palermitana.

LA SVOLTA - A 30 anni il cambio di rotta. L’addio alla Dc per seguire l’ex sindaco Leoluca Orlando. Nel 1993 aderisce a La Rete e viene scelta come assessore alla Pubblica istruzione, carica che mantiene in tutte le giunte di Orlando, fino al dicembre del 2000. Resta in sella per sette anni e si fa notare per coraggio e abnegazione. Aveva adottato l’arte, portandola a scuola. Monumenti, simboli e pezzi di città segreta: l’idea dell’assessore è nuova, e coinvolge migliaia di studenti palermitani. "Lo ripeteva sempre: l'istruzione è fondamentale - racconta Ferrandelli -. Puntiamo sui bambini, solo così si può salvare il futuro. E mi vengono in mente i giri al mercato di Ballarò, i giocattoli della figlia portati a Ubuntu..."

L'ULTIMO COMIZIO - Nel frattempo Alessandra Siragusa si avvicina ai Ds, diventa la responsabile regionale dell'associazione Emily. Nelle elezioni regionali siciliane del 2006 si candida deputato regionale con la lista Borsellino. "Questa campagna ci legò in modo particolare - insiste Ferrandelli -. Da lì in poi non ci siamo mai più persi. Dalle battaglie con i senzacasa a Emily, fino all'opposizione a Cammarata. Un percorso di tre anni fianco a fianco, un rapporto sempre alla pari nel quale mai lei ha fatto la "mamma". E poi le riunioni, le assemblee. Quanti incontri fino a notte fonda nella sede di via Mondini. Tra noi c’era un rapporto particolare. Ci siamo incrociati tantissime volte, senza mai pestarci i piedi. Fino all’appoggio a Renzi. Quanti comizi insieme… L’ultimo ricordo a Lercara Friddi, a febbraio. Di lei non potrò mai dimenticare il suo carattere fermo e deciso. No, non c'era solo dolcezza. Era determinata, aveva le sue posizioni e non si faceva abbindolare. Conosceva la politica, ma è riuscita nell'impresa di non farsi trasformare dalla poltica". Sì, Palermo aveva ancora bisogno di lei.

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