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Palazzo delle Aquile

Patto con lo Stato, via libera dal Consiglio ma le opposizioni non ci stanno: "Aumenti Irpef con aliquota fino all'1,4%"

Sala delle Lapidi licenzia l'atto che consentirà di accedere allo stanziamento pluriennale del governo per provare a salvare le casse del Comune. Ma i rappresentanti della minoranza esprimono perplessità: "Accordo uguale a quello sottoscritto da Orlando e cittadini tartassati". Forello: “Perso il contributo del primo anno per il ritardo nell’approvazione”

Il Consiglio comunale ha approvato la delibera che contiene lo schema del cosiddetto Patto con lo Stato, ovvero l'intesa col governo che consente all'amministrazione di accedere a uno stanziamento pluriennale di circa 180 milioni di euro complessivi per provare a salvare dal default le casse di Palazzo delle Aquile. La bozza, che aveva già passato il vaglio della Giunta guidata dal sindaco Lagalla, prevede una serie di misure anche in tema di tasse, riscossioni e personale. L'atto è passato con 17 voti favorevoli, 11 astenuti e 2 contrari, segno che il documento non mette d'accordo proprio tutti. E se da un lato la maggioranza esulta, dall'altro lato le opposizioni fanno notare le imperfezioni della bozza che aveva già passato il vaglio della Giunta, dalle tempistiche dell'approvazione alle conseguenze che avrà il Patto sull'Irpef.

Secondo quanto fa notare il consigliere di Oso, Ugo Forello, che insieme alla collega del gruppo, si è astenuto dalla votazione dell'atto "a causa del ritardo con cui sarà firmato l'accordo con lo Stato, al momento é stato tolto il contributo del primo anno, ovvero il 2022", pari a 7,7 milioni di euro (si veda l'immagine sotto). Somma che comunque Palazzo delle Aquile punta a recuperare.

Patto con lo Stato

A preoccupare sono inoltre gli aumenti dell'aliquota Irpef previsti sin da quest'anno (si veda l'immagine sotto).

aumenti irpef patto con lo stato

Le opposizioni: "Cittadini tartassati"

Per Leonardo Canto, consigliere di Azione con Calenda, "questo accordo prevede infatti il trasferimento da parte dello Stato a beneficio del Comune di Palermo sempre della somma di 180 milioni di euro, ovvero la somma identica a quella prevista nel piano di riequilibrio della giunta Orlando". Inoltre, continua Canto "in tale bozza di accordo permangono gli aumenti dell'addizionale Irpef per i prossimi 20 anni, suscettibili di ulteriori aumenti nel caso che le ottimistiche valutazioni relative alla riscossione non si verifichino". Ed è per questo che il gruppo di Azione si è astenuto al momento del voto.

"Il nuovo accordo con lo Stato approvato dalla maggioranza che sostiene Lagalla - dichiarano i consiglieri del M5s Antonino Randazzo, Concetta Amella e Giuseppe Miceli - non registra alcun aiuto da parte del Governo Meloni per la città di Palermo. Nessun Salva Palermo o i milioni sbandierati in campagna elettorale.  Restano invece gli aumenti all’addizionale Irpef a partire dal 2023 che diventeranno quasi il doppio dal 2026 con l’aliquota Irpef all’1,4%!  Il sindaco Lagalla decide così di aumentare le tasse ai palermitani già tartassati dal caro bollette e gasolio".

Manifestano perplessità anche i gruppi consiliari del Partito democratico e di Progetto Palermo che se da un lato esprimono "soddisfazione per l’approvazione dell’ordine del giorno che impegna il sindaco a porre in essere nel confronto col governo nazionale ogni iniziativa utile ad evitare l’aumento dell’Irpef", dall'altro contestano "la scelta della giunta Lagalla e della maggioranza, che ha bocciato l’ordine del giorno con il quale chiedevano di riconoscere il diritto di precedenza per l’incremento delle ore di lavoro ai lavoratori part time prima di procedere a nuove assunzioni a tempo determinato". Motivo quest'ultimo che ha portato i presentatori dell’ordine del giorno a tutela dei lavoratori part time a non approvare la delibera che riguarda il Patto con lo Stato.

La maggioranza: "Poste basi per lavorare con più tranquillità"

Di tutt'altro avviso i consiglieri di maggioranza. Per Domenico Bonanno, capogruppo della Democrazia cristiana, ci sono "le basi per lavorare con più tranquillità alla redazione del bilancio di previsione 23-25 e al piano di riequilibrio. La prossima firma dell’accordo permetterà di convertire i contratti part time dei lavoratori portando a 30 le ore settimanali, oltre che di assumere 18 funzionari a tempo determinato da destinare al potenziamento degli uffici dell’area tributi".

Esprime apprezzamento anche la consigliera di Fratelli d'Italia, Germana Canzoneri: "La delibera approvata oggi permette all’amministrazione attiva di potere firmare l’accordo con lo Stato. L’avvio di un nuovo percorso voluto dal vicesindaco Carolina Varchi per sistemare i conti del Comune e poter riattivare i servizi azzerando il deficit funzionale degli uffici".

Per Dario Chinnici, capogruppo di Lavoriamo per Palermo "l'approvazione in consiglio comunale della bozza di accordo fra lo Stato e il Comune di Palermo ci consente di guardare con più ottimismo al futuro: sventato il pericolo dissesto, adesso bisogna lavorare per aumentare la capacità di riscossione, aumentare le ore ai part-time e ottenere da Roma ulteriori fondi. Un passaggio fondamentale per rilanciare la città e i servizi ai palermitani".

Il sindaco: "Comune sui binari di regolarità gestionale"

"L’approvazione in Consiglio comunale del Patto con lo Stato chiude il complesso percorso di riposizionamento del Comune di Palermo su binari di regolarità gestionale e correttezza finanziaria in un’ottica di recupero delle funzioni urbane fin qui compresse dalla mancata approvazione dei bilanci", dichiara il sindaco Lagalla. "Ringrazio l’Aula  - aggiunge - per l’impegno profuso e per il senso di responsabilità dimostrati in questo primo semestre di intensa attività amministrativa. Confido che con lo stesso spirito di leale collaborazione istituzionale, una volta sottoscritto il Patto con lo Stato, si possa speditamente procedere alla riformulazione del Piano di riequilibrio e all’approvazione del documento contabile 2023/2025 con l’obiettivo di ripristinare la piena funzionalità della macchina comunale".

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