"Il mio nome è Carducci e lavoravo in Fiat", il dramma del lavoro che scompare diventa pieces teatrale
Una riflessione sul mondo del lavoro aprirà domani sera il sipario del Fontarò Circolo Arci con "Il mio nome è Carducci e lavoro in Fiat". Tre idraulici improvvisati al lavoro, ex operai Fiat, a turno tutti sono il protagonista Giosuè Carducci, omonimo del grande poeta. Tre storie che s'intersecano fino a fondersi in un unico racconto. L'assunzione in fabbrica in quota sindacale, la scoperta del mondo del lavoro, le sue regole, i suoi tempi e le contraddizioni epocali di una classe operaia ormai allo stremo, la cassa integrazione, la chiusura dello stabilimento e il licenziamento.
La recitazione restituisce quella tradizione del racconto popolare che, pur senza essere 'cuntu siciliano' è la base del teatro di narrazione di questa regione, in quanto si tratta di "un italiano fortemente inquinato e contagiato da un siciliano armonioso, che evoca anche attraverso i propri suoni ciò che significa, in una fusione di elementi diversi che testimoniano anche il disfacimento dei principi del giusto e dell’onesto nelle persone e nelle cose che lo circondano.
Con: Michele Mulia, Sergio Monachello, Piero Macaluso, testo e Regia: Piero Macaluso. Produzione TEATRO ZETA - Associazione culturale di Termini Imerese