Scena nostra, sul palco dello Spazio Franco arriva "Polvere" di Saverio La Ruina
La rassegna Scena Nostra - il cuore oltre agli ostacoli continua nella sua programmazione e, dopo il grandissimo successo dello spettacolo Totò e Vicè di Franco Scaldati regia di Giuseppe Cutino, acclamato dalla critica e dal pubblico (sold-out per tutte le serate e con una replica aggiuntiva andata anche questa esaurita), presenta il primo dei tre spettacoli realizzati in collaborazione con la Rete Latitudini, che ne cura il tour siciliano.
Il primo di questi tre appuntamenti in collaborazione con la Rete Latitudini (gli altri: Roberto Latini e Scimone/Sframeli), questo weekend venerdì 11 marzo e sabato 12 marzo alle ore 21.15, è con Polvere di Saverio La Ruina, che dello spettacolo è anche regista e interprete insieme alla protagonista Cecilia Foti. Prodotto dalla pluripremiata compagnia calabrese Scena Verticale, di Castrovillari (Cz), riconosciuta da critica e operatori tra le migliori realtà teatrali del Sud Italia, capace di coniugare una ricerca rigorosa nella drammaturgia contemporanea legata a temi attuali affrontati senza mai essere banali, lo spettacolo Polvere pone il suo focus sulla violenza psicologica subita dalle donne, prima ancora che questa si trasformi in violenza fisica.
Sono numerosi i riconoscimenti che la compagnia ha ricevuto nella sua ventennale carriera (tra gli altri anche tre Premi Ubu) e lo spettacolo "Polvere" non è da meno: Premio Lo Straniero, Premio Enriquez alla Drammaturgia, Premio Enriquez Miglior Attore, Premio Annibale Ruccello alla drammaturgia. Il testo è stato tradotto in inglese (Dust) da Thomas Haskell Simpson per essere pubblicato sulla rivista di traduzione teatrale The Mercurian ed è tra gli otto testi teatrali, selezionati da tutto il mondo, per l’International Voices Project di Chicago e presentato al Victory Gardens Theater. La traduzione in spagnolo invece (Polvo) è andata in scena a Caracas nell’allestimento di Diana Volpe, poi in tour in tutto il Sud America.
Sinossi
Le botte sono la parte più fisica del rapporto violento di coppia: l’uccisione della donna la parte conclusiva. Ma c’è un prima, immateriale, impalpabile, polvere evanescente che si solleva piano intorno alla donna, la circonda, la avvolge, ne mina le certezze, ne annienta la forza, il coraggio, spegne il sorriso e la capacità di sognare. Una polvere opaca che confonde, fatta di parole che umiliano e feriscono, di piccoli sgarbi, di riconoscimenti mancati, di affetto sbrigativo, talvolta brusco. Un’operatrice di un Centro antiviolenza: “(..) non so quanto c’entri il femminicidio con questo lavoro. Ma di sicuro c’entrano i rapporti di potere all’interno della coppia, di cui quasi ovunque si trovano tracce”.
La protagonista dello spettacolo, Cecilia Foti: “Al centro dello spettacolo ci sono i rapporti di potere e di mancanza di dialogo all’interno di una coppia. Con Polvere, il pubblico guarda come da uno spioncino posando il suo sguardo in quello che accade intimamente tra le mura domestiche. L’intimità quotidiana di una coppia che a un certo punto “si inceppa” rendendo il rapporto di scambio per nulla sano”.
L’autore, regista e co-protagonista Saverio La Ruina aggiunge: “ Quando ho iniziato questo lavoro è stata una scoperta continua: ho voluto indagare quello che accade in una relazione prima che si arrivi al femminicidio. La Polvere è metafora per raccontare ciò che si addensa in un rapporto di coppia e che impedisce a chi è dentro di guardare le cose per come sono. C’è una grande manipolazione da parte dell’uomo per cui, a un certo punto, arrivi a pensare che le cose non siano come tu le pensi e/o le vivi. Il partner violento destruttura la tua personalità e uccide la tua autostima molto prima di passare alle mani: c’è troppa Polvere per rendersi conto e vedere come stanno realmente le cose.”