Giù il sipario per "Settembre al Riso": ultimo appuntamento con la replica di Diari d'amore
Dopo una prima edizione di rodaggio, questo secondo anno di Settembre al Riso riesce a raggiungere un obiettivo: un cartellone consolidato, con un logo riconoscibile, e un filo rosso che legava tutte le produzioni, da cercare nella variegata diversità delle tante voci legate alla Sicilia.
Identità isolana, dunque, autentica nelle sue differenti declinazioni: seguendo questa linea sono stati scelti tutti gli spettacoli, presentati con il supporto dell’assessorato regionale ai Beni Culturali e all'Identità siciliana con la collaborazione del Museo d'arte moderna e contemporanea. Ed è stato un successo continuo, con frequenti sold out, un museo che ha vissuto al di là dei semplici orari di visita: Riso è diventato così un centro aggregatore, un punto di riferimento anche per i turisti che scoprivano il Cassaro la sera; e ha ospitato le tante anime artistiche della città, concentrandosi soprattutto sui due tributi, quello su Franco Scaldati, fortemente voluto dall’assessore Alberto Samonà, al quale è stata dedicata, per la prima volta, una rassegna autonoma con la messinscena di un film di montaggio di Franco Maresco, e un lavoro inedito ritrovato tra i suoi appunti; e l’omaggio al critico e drammaturgo Aurelio Pes, di cui Gianni Gebbia ha proposto “Attis”, audiodramma in prima assoluta.
Tanto teatro, soprattutto: a partire dall’“Edipo Re” di Salvatore Guglielmino agli “Aedi” di Salvo Piparo ed Egle Mazzamuto (il primo sold out di Settembre al Riso); al “Requiem a due voci” di Gigi Borruso, a “La guida Zen” del Teatro Atlante, al ritorno della Buzzatiana di Ferrari e Lombardino, al primo (applauditissimo) studio di “Secret Sacred” dei Teatri Alchemici dedicato alla figura di san Francesco; alle spinte sociali di Raizes che continua a scandire i mesi di prigionia di Patrick Zaki, fino al “Requiem a due voci” dalle liriche di Cetta Brancato, regia di Gigi Borruso e musiche di Marco Betta. Per la musica, canti e miti popolari con Laura Mollica; i canti folk del neonato gruppo Arbarìa, le innovazioni vocali sperimentali di Miriam Palma sul “Guerrìn Meschino” di Bufalino e le scorribande barocche tra classica e cunto, dell’Arianna Art ensemble con Maurizio Majorana che hanno chiuso la rassegna con un inedita operina che rilegge la figura di Pulcinella. E ancora, gli ultimi cantastorie e i pupari Argento, il viaggio jazz sulle orme di Nick La Rocca di Ana Flora con il suo gruppo, e i “Diari d’amore” per immagini e suoni di Enrico Morsillo e Domenico De Lisi, che verrà riproposto domenica 17 ottobre, alle ore 21. Ingresso libero