“Scene da Pollicino”, duecento giovani artisti al Politeama
Pollicino, una delle favole musicali più amate dai bambini, è in scena al Politeama Garibaldi domenica 12 marzo alle 18. In scena duecento giovanissimi artisti, con l'Orchestra giovanile Siciliana diretta da Riccardo Scilipoti, il Coro di voci bianche dell'Orchestra Sinfonica Siciliana.
Il coro con un piccolo gruppo che suonerà lo strumentario ORFF previsto dalla partitura, gli allievi della classe di flauto dolce del Liceo Musicale "Regina Margherita" di Palermo. Interpreti, insieme ai tanti bambini anch'essi protagonisti del lavoro di Henze: Lorena Scarlata (madre di Pollicino e orchessa), Antonino Tranchina (padre di Pollicino e orco), Dario Raimondi (Pollicino adulto). La regia è di Roberto Catalano, le scene sono di Serena Saporito, i costumi della Sartoria Pipi. Gli elementi scenici sono realizzati dagli studenti del Liceo Artistico Eustachio Catalano di Palermo.
Scene da Pollicino è una "favola per musica", scritta più di trent'anni fa da Henze per coinvolgere attivamente - secondo lo spirito del Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano da lui fondato - un'intera comunità nella realizzazione d'uno spettacolo racconta la piccola ma terribile avventura di Pollicino, che diventa il simbolo d'una "infanzia ingannata e delusa, che solo con le proprie forze troverà il riscatto". Era il 1980 quando Pollicino, la favola per musica di Hans Werner Henze, debuttava a Montepulciano interpretata dai ragazzi del luogo, con l’entusiasmo di tutto il paese coinvolto nella fucina di sperimentazioni che fu il Cantiere Internazionale d’Arte creato dallo stesso Henze.
“Pollicino” si conferma opera-simbolo e modello per guardare all’educazione dei bambini alla musica e ai valori di un percorso iniziatico che porta i giovani protagonisti dell’opera a vincere con ottimismo ogni paura, compresa la crudele frustrazione dell’abbandono genitoriale, e con coraggio li fa diventare liberi e adulti dinanzi alla primavera felice della vita Per Hans Werner Henze si trattò di realizzare un’utopia, quella di portare nello splendido borgo toscano di Montepulciano, al Cantiere Musicale di cui fu glorioso direttore artistico, un qualcosa di nuovo: la creazione di un piccolo festival didattico per bambini, che vide prima la creazione del Concentus Politianus, gruppo strumentale e vocale di giovani poliziani che avevano il motto di “fare musica insieme” imparandola in un percorso di lavoro collettivo guidato, sino all’andata in scena di “Pollicino”, divenuta ormai un classico a livello mondiale per le tante scuole che in tutto il mondo hanno a cuore la formazione dei bambini verso il mondo dell’opera.
Henze era convinto, e con ragione, che quest’opera potesse funzionare nelle scuole come modello di partitura di orientamento musicale, proprio per la sua conformazione “organizzata come una scatola di costruzioni per bambini, in modo che risulti possibile estrarne vari gruppi di pezzi singoli”. Il soggetto – scritto da Giuseppe di Leva – prende spunto da diverse variazioni sul tema della fiaba: Collodi, Perrault e i Fratelli Grimm s’intrecciano in quest'opera, dove troviamo il protagonista abbandonato nel bosco dai genitori insieme ai suoi fratelli e sorelle. Il gruppo di bambini è aiutato poi dagli animali della foresta a trovare una casa, dove però abita un orco cattivo che vorrebbe cibarsi di loro. Per fortuna Pollicino e gli altri riescono a fuggire insieme alle figlie dell’orco, tra le quali spicca Clotilde, che s’innamora di Pollicino, preannunciandoci l’inizio di un amore. La vicenda si conclude – dopo un tormentato attraversamento di un fiume – con un’idilliaca danza nella natura insieme agli animali, il cui significato sembra essere quello che la gioia la si può trovare solo distanti dagli adulti (evidentemente una metafora che esprime l’impossibilità nell’età matura di ritrovare la felicità dell’infanzia).
Al centro di “Pollicino” rimane la terribile incapacità degli adulti di occuparsi dei bambini. Questo concetto è implicito nell’assenza di cibo all’interno della famiglia del piccolo protagonista e, poi, nell’alimentazione eccessiva in quella degli orchi. I piccoli umani vengono abbandonati dai genitori, ma anche le figlie dell’orco e dell’orchessa sono creature non amate, che vivono uno spazio differente rispetto a quello occupato dal padre e dalla madre, senza neanche la sicurezza di esserne realmente le figlie. Alla fine della storia, però, sono i bambini ad avere la meglio. Le quattro recite dedicate alle scuole di lunedì 13 (ore 9,30 e 11,30) e martedì 14 marzo (ore 9,30 e 11,30) hanno fatto registrare già da tempo il tutto esaurito.
Biglietti per lo spettacolo di domenica 12 marzo alle ore 18 al Botteghino del Politeama Garibaldi e un’ora e mezza prima dello spettacolo: 12-10-6 euro. Contatti: biglietteria@orchestrasinfonicasiciliana.it, vivaticket.it, 091 6072532.