Scena Nostra 2022, allo Spazio Franco torna il teatro dedicato alla scena contemporanea
Lo Spazio Franco dei Cantieri Culturali alla Zisa presenta la nuova rassegna Scena Nostra 2022, il focus dedicato alla scena contemporanea. Nei prossimi mesi presenterà un programma dal titolo inequivocabile, quel "Cuore oltre gli ostacoli" inteso quale reazione necessaria per poter far fronte alle contingenze e ad intraprendere con una rinnovata energia questo nuovo progetto.
In questi mesi, l’attività dello Spazio Franco non si è mai fermata. "Sono molti i progetti in residenza artistica che stanno realizzando nuove creazioni godendo del supporto dei servizi alla produzione creativa che offriamo e contestualmente ampie sono le relazioni e le connessioni che regionali e nazionali che si sono intrecciate. Infatti il programma di Scena Nostra 2022 è composto da 10 appuntamenti, di cui la metà sono progetti nati appunto allo Spazio Franco e altrettanti realizzabili grazie al dialogo prezioso con la Rete Latitudini, che sostiene la circuitazione della scena contemporanea in Sicilia e di cui Spazio Franco è il più importante degli spazi di riferimento a Palermo. Un programma che vede una rosa di spettacoli di livello assoluto, composto da spettacoli coraggiosi e artisti di fama nazionale e internazionale. Da Roberto Latini a la Compagnia Scimone/Sframeli, da Saverio La Ruina a Massimo Verdastro, da Giuseppe Cutino che affronta il memorabile Totó e Vicé di Franco Scaldati sino a Beatrice Monroy che con Giuseppe Provinzano omaggiano Falcone e Borsellino a 30 anni dalle Stragi. E altri ancora".
Il programma
Si inizia il 21 e il 22 gennaio 2022 (ore 21.15) con il Debutto Nazionale de L’ultimo dei carnali della compagnia Santa Briganti, vivace realtà che opera con successo a Vittoria (RG) e che ha in Peppe Macauda l’autore e regista di riferimento. Già conosciuto con i suoi precedenti allestimenti (Kriptonite e Shuma) affronta in questo lavoro, nato in residenza allo Spazio Franco, il tema della pazzia di pirandelliana ispirazione con protagoniste due eccellenti interpreti quali Serena Barone e Oriana Martucci.
A Febbraio 2 appuntamenti: l’11 e il 12 febbraio è la volta della compagnia messinese Nutrimenti Terrestri, diretta da Ninni Bruschetta, che presenta lo spettacolo di uno dei suoi registi di riferimento, quel Roberto Bonaventura che con Un uomo a metà ha vinto il Napoli Fringe Festival e il secondo posto al concorso nazionale per monologhi “Per voce sola”. Protagonista un eccellente Gianluca Cesale.
A seguire, il 24, 25 e 26 febbraio, un altro progetto nato in residenza allo Spazio Franco: il regista palermitano Giuseppe Cutino mette in scena per la prima volta un testo del drammaturgo e poeta Franco Scaldati, quel Totò e Vicè considerato uno dei capolavori del compianto autore e che in questo allestimento ha per protagonisti Rosario Palazzolo e AntonGiulio Pandolfo, diventando però un lavoro corale con la presenza in scena di altre 2 interpreti, Sabrina Petyx e Egle Mazzamuto. Lo spettacolo è stato presentato in anteprima alle scorse Orestiadi di Gibellina.
L’11 e il 12 marzo, arriva allo Spazio Franco Polvere di Saverio La Ruina della compagnia calabrese Scena Verticale. Lo spettacolo è vincitore di diversi premi nazionali (Premio Enriquez Miglior Attore e Miglior Drammaturgia, Premio Lo Straniero, Premio Annibale Ruccello) ed è stato tradotto e rappresentato in ben 8 paesi diversi. Uno spettacolo amaro, che tratta il tema della violenza domestica e psicologica e del femminicidio con tragica poesia in una drammaturgia avvolgente dai contorni subdoli. In scena con La Ruina l’attrice e cantante Cecilia Foti.
Il 26 e 27 marzo, Lo sbernecchio del Bubbù è lo spettacolo di Giuseppe Muscarello, nato allo Spazio Franco, con la drammaturgia di Giuseppe Provinzano. In scena con il musicista Pino Basile, il lavoro è un racconto sull’empatia che guarda con ironia al destino e all’inganno delle apparenze tra chi ha tanto e chi non ha niente. E’ un inno alla felicità e al saper guardare le piccole meraviglie quotidiane e che si rivolge a un pubblico ampio di adulti e bambini.
Il 2 e 3 aprile, Roberto Latini, uno dei migliori interpreti della scena teatrale nazionale, vincitore di numerosi Premi (2 Premio Ubu quale Miglior Attore, Premio della Critica Anci, Premio Sipario) che ne hanno affermato la qualità del proprio percorso di ricerca, presenta lo spettacolo Amleto + Die Fortinbrasmachine una riscrittura originale della riscrittura che Heiner Muller fece dell’opera di Shakespeare guardandola con gli occhi di Fortebraccio.
Il 9 e 10 aprile, torna a grande richiesta a Palermo, il fortunato spettacolo di Giacomo Guarneri, Con sorte in questi anni in tournée nazionale in cui ha raccolto numerosi successi con la magistrale interpretazione di Oriana Martucci:. protagonista intensa, con la sua ipnotica fisicità, di un testo amaro, cinico, divertente, brutale, che rappresenta una condizione di vita assurda quanto reale: l’accettazione culturale del sopruso mafioso nella società nostrana.
Il 22 e 23 aprile, Il cortile della compagnia messinese Scimone/Sframeli, che presenta uno dei suoi spettacoli storici, il cui testo di Spiro Scimone vinse il Premio Ubu quale Nuovo Testo Italiano. Diretto da Valerio Binasco, in scena gli stessi Spiro Scimone, Francesco Sframeli e Gianluca Cesale che interpretano in un surrealismo grottesco tre uomini tormentati dalla decadenza fisica e dalla malinconia per dei tempi migliori.
Il 6, 7 e 8 maggio, Massimo Verdastro sarà protagonista di Eros e Priapo drammatizzando per la scena l’opera del grande autore Carlo Emilio Gadda: un opera fiammeggiante che dà corpo alle sue rabbie più ingestibili, facendo i conti con l’ingombrante figura del Duce di cui Gadda era pure stato plauditore, un’invettiva che svela il meccanismo di seduzione di cui fu vittima.
Ultimo appuntamento, il 20, 21 e 22 maggio, con lo spettacolo Storie di noi: la scrittura dell’autrice palermitana Beatrice Monroy incontra il teatro di Giuseppe Provinzano, per un lavoro, nato in collaborazione con la Fondazione Falcone, che in occasione dei 30 anni dalle Stragi, vuole tracciare quel fil rouge che ha attraversato le nostre memorie, il racconto di quei 52 giorni che dividono la Strage di Capaci e quella di Via D’amelio, attraverso il racconto di persone comuni protagoniste indirette di questi fatti e di storie lontane ma che comunque intrecciate l’un l’altra dalla storia volenti o nolenti.