Jonny O' Neal trio per la rassegna Jazz Vanguard, il concerto al Tatum Art
Un menestrello del jazz. Così è stato definito Johnny O Neal, uno dei musicisti più famosi del mondo. L’artista di Detroit sarà il 24 marzo al Tatum art di Palermo – con un primo set alle 19,30 e un secondo alle 21,30 – a “Jazz vanguard”, la nuova rassegna del Tatum art di Palermo, in via dell’Università 38 (traversa di via Maqueda, a pochi passi dalla facoltà di Giurisprudenza), spazio per la musica di qualità creato e ideato da Toti Cannistraro e Francesco Costanzo.
La vicenda del pianista Johnny O’Neal ricorda quella dei molti jazzmen usciti repentinamente di scena e in qualche caso riscoperti in età avanzata. Gran parte del merito va a Spike Wilner, il proprietario dello “Smalls” di New York, che ha più volte ospitato il pianista nel suo club, facendogli anche incidere nel 2013 il disco che verrà presentato al Milestone.
Nato a Detroit sessant’anni fa, O’Neal ebbe un momento di notorietà nei primi anni Ottanta, quando operava a New York collaborando con Clark Terry, i Jazz Messengers di Art Blakey, Ray Brown e Milt Jackson e suonando regolarmente al Blue Note. Lasciata la metropoli nel 1986, ha trascorso i decenni seguenti ad Atlanta, St. Louis e Detroit in condizioni sempre più precarie, aggravate dall’aver contratto l’HIV nel 1998. Quando la sua esistenza sembrava ormai senza sbocchi (aveva anche perso l’assicurazione sanitaria) un gruppo di benefattori l’ha aiutato a ristabilirsi. Tornato a suonare a New York il pianista ha scoperto che il pubblico apprezzava anche il suo stile vocale e ha iniziato così a cantare accompagnandosi al pianoforte.
Johnny O’ Neal è oggi un artista molto considerato anche in Europa. Infatti, a seguito della realizzazione del CD “O’Neal Is Back”, prodotto da Giulio Vannini con la partecipazione di varie associazioni ed enti tra i quali il Piacenza Jazz Club, ha svolto ben tre tour europei e nello scorso dicembre è stato ospite d’onore all’Olympia di Parigi nella serata organizzata dalla Radio TSF Jazz.
Qualcuno, per descrivere il suo pianismo, ha citato Art Tatum e Oscar Peterson e in effetti appaiono alcune somiglianze. La tecnica di Johnny O’Neal è pregevole e il suo stile si pone in equilibrio tra il linguaggio del Be-Bop e i pianisti di tradizione. Oggi il pianista è un vero intrattenitore, tra swing, jazz, tradizione, blues e aneddoti; un vero cantastorie del mondo della musica, come solo i più grandi sanno fare, dopo una vita passata nel Jazz della grande mela, in quella comunità che l’ha aiutato a rimettersi in piedi.
La rassegna continuerà nelle settimane a seguire. Il 31 marzo c’è il Mauro Schiavone trio, l’1 aprile Erik Friedlander e Uri Caine, il 7 aprile The italian trio, il 28 aprile Dominique Eade, il 5 maggio Pietro Tonolo switch quartet, il 12 maggio Alessandro Presti quintet. Partecipare ai singoli spettacoli costa 10 euro per il set delle 19,30 e 15 euro per quello delle 21,30.