"Un americano a Parigi", il film cult del cinema jazz al Real Teatro Santa Cecilia
"Un Americano a Parigi" che tocca contemporaneamente due filoni tematici: l'omaggio al grande musical e quello alla Ville Lumière di cui sia Minnelli che Gershwin erano profondamente innamorati, è il film in programma giovedì 1 marzo alle ore 20.45 per la rassegna cinematografica organizzata dalla Fondazione The Brass Group, Jazz On Movie & ...Altro, che vanta la direzione di Mario Bellone con le presentazioni di Gigi Razete.
Ad introdurre l'opera è il giornalista ed esperto di danza Roberto Giambrone. Intitolato come il celebre poema jazz-sinfonico che George Gershwin aveva composto sul finire degli anni Venti, il film di Vincente Minnelli che vanta ben 6 Oscar, segna l'esordio cinematografico della cantante e ballerina francese Leslie Caron e la definitiva consacrazione di Gene Kelly il quale, con la sua danza energica e atletica, aveva già imposto uno stile alternativo a quello, molto differente, di Fred Astaire. Le splendide musiche costituiscono il pilastro fondamentale dell'opera, ricca di canzoni memorabili come "Nice work if you can get in", "'S wonderful", "I got rhythm", "Embraceable you", "Our love is here to stay" e molte altre.
Ma oltre a ciò, il film, capolavoro assoluto della stagione "tardiva" del musical, è rimarchevole anche per la danza di Kelly, le cui scenografie si ispirano sovente a celebri quadri del periodo dal pre al post-impressionismo (soprattutto Renoir, Monet, Dufy, Van Gogh, Manet, Rousseau, Utrillo e Toulouse-Lautrec). Il film di Minnelli è anche un acuto ritratto della vita dei giovani bohémiens d'oltreoceano, rappresentati non solo da Jerry Mulligan ma anche da Adam Cook, l'incontenibile pianista interpretato da Oscar Levant il quale, oltre che attore di geniale e caustico umorismo, nella realtà era davvero pianista e compositore Ulteriore motivo di interesse della pellicola, qui presentata nella magnifica edizione restaurata, è nel suo netto distaccarsi dalle eleganti, elaborate e raffinate scenografie d'interni che fino ad allora segnavano il tradizionale musical.