Salvo Piparo a Terrasini per la presentazione del suo libro: "Lo scordabolario" a Palazzo d'Aumale
Nell'ambito della rassegna letteraria "Un Mare di Libri" a Terrasini, giovedì 29 luglio, alle 19, Salvo Piparo presenta al pubblico il libro "Lo Scordabolario" (Dario Flaccovio Editore): dopo le numerose presentazioni in streaming, durante la pandemia, l'autore ha iniziato il suo tour dal vivo per un ciclo di presentazioni estive all'insegna della riscoperta della lingua siciliana. Il suo, è un dizionario insolito e creativo delle “palore” palermitane - come le chiama - perdute e riattualizzate dall’attore e cuntista. Dialoga con l'autore il glottologo e docente di linguistica Giovanni Ruffino.
Nato tra uno spettacolo e l’altro, quasi per gioco, Lo Scordabolario di Salvo Piparo, attore e cuntista palermitano, mette insieme vocaboli di ogni sorta, per ripensarli, rinominarli e dargli allora un nuovo valore. Nasce così un breve dizionario emozionale delle parole della tradizione siciliana.
Perché i palermitani una cosa la sanno: cu avi lingua passa u mari (letteralmente: "chi ha lingua attraversa il mare"), questo perché il palermitano non è padrone manco a casa sua, ma della sua lingua lo è, eccome. Ma tra le parole più usate, c’è la semplice “cosa”: “Sei cosa da prenderti a legnate”, “Sei una cosa inutile”, “C’è cosa?”, “Cosa fitusa!”. Oppure a chi chiede un favore: “Assessò, ma quella cosa?”, e alla risposta lapidaria: “Quella cosa sta camminando!”. Che poi da noi la mafia si chiama Cosa Nostra! Nel tempo, certe parole si sono impossessate di nuovi pubblici, altre invece sono state dimenticate, come calzini sporchi in fondo al bucato. In questo libro, Piparo diventa affabulatore e linguista, mischiando vocaboli antichi e moderni, il suo “Scordabolario” è il nuovo vocabolario delle "palore" palermitane scordate.
L’autore
Salvo Piparo è custode delle più antiche memorie, rilette con comicità e crudo realismo. Da anni racconta la Sicilia e le sue mirabili storie di vita e leggende popolari. Ricercatore attento delle tradizioni, rievoca la storia attraverso la tecnica del cunto. Da sempre interprete dei testi di Salvo Licata, divide la scena con la figlia di lui, Costanza, oltre a essere egli stesso autore di numerose produzioni teatrali. Testimonial per Unicef, da anni è impegnato in un progetto laboratoriale di teatro sociale dal titolo: La città raccontata, rivolto a tutti coloro che hanno una storia da raccontare.