“Una pietra sopra”, lo spettacolo in anteprima nazionale al Teatro Libero
Sabato 9 aprile alle ore 21.15, debutta in prima nazionale al Teatro Libero, “Una pietra sopra”, drammaturgia originale di Manlio Marinelli, regia e scene di Lia Chiappara, con Domenico Bravo.
Una produzione del Teatro Libero Palermo / Centro di Produzione, canto di Stefania Sperandeo, video di Domenico Bravo, scene realizzate da Rosaria Randazzo; luci a cura di Fiorenza Dado e Gabriele Circo. «In Una pietra sopra ho pensato - afferma Manlio Marinelli (dramaturg del Teatro Libero) – di partire da un luogo del tutto realistico, un cimitero, e da una vicenda apparentemente quotidiana, le infiltrazioni malavitose nel mondo delle pompe funebri, per raccontare l’inquietante affresco del disfacimento colpevole di una città. Questo testo è una sorta di Spoon River palermitana: i personaggi che in esso agiscono, che s’inseguono sulla scena, raccontano ciascuno un punto di vista e un segmento di un’unica storia che progressivamente si compone davanti allo spettatore, fino ad arrivare ad un finale del tutto coerente con le premesse dell’operazione; le microscopiche vicende quotidiane dei personaggi (un muratore, un portinaio, un mafioso, una prostituta) altro non sono che le tessere di un arabesco indecifrabile la cui soluzione sfugge nell’esatto momento in cui si pensa di averla trovata, in cui cioè la totalità suscita una vertigine che respinge l’osservatore il quale pure non può fare a meno di ammirarlo e di tornare continuamente sui suoi dettagli. Quello che conta non sono le soluzioni, che non è nostra intenzione predicare didatticamente allo spettatore; quello che conta sono le domande, le inquietudini che lo spettacolo instilla in chi assiste: raccontare la straordinaria storia millenaria di una città attraverso quella di gente comune e ordinaria che se ne fa allegoria.
Nulla è solo quello che è: se in principio ci troviamo di fronte al racconto quotidiano di un becchino, progressivamente ci rendiamo conto che quello che vediamo è contemporaneamente molto di più. Le vicende che si dipanano, presto, si rivelano come un concreto atto di ribellione che però sfugge alla realtà di tutti i giorni per evocare la metafisica. Questo testo è un polilogo, cioè un concerto di voci che costruiscono la vicenda attraverso il loro intrecciarsi. La lingua è una lingua teatrale, artificiale ma che affonda solidamente le proprie radici nel linguaggio reale e concreto della vita, in particolare nel dialetto, quello palermitano che diviene strumento espressivo suggerendo un indissolubile amplesso tra il suono e il senso. I temi dello spettacolo sono già patenti e rivelati dalla tessitura sonora che il testo propone all’attore che se ne fa interprete a beneficio del pubblico». Contatti e prenotazioni allo 0916174040. Biglietti: Intero €16, ridotto under25 €11.
Manlio Marinelli
Nato a Borgomanero in provincia di Novara nel 1973. Ha vissuto quasi sempre a Palermo, dove lavora da anni come drammaturgo residente con Teatro Libero-Stabile di innovazione della Sicilia, scrivendo due testi andati in scena (Alkestis, Attori in fuga regia di Lia Chiappara) e partecipando alla realizzazione di vari laboratori, spettacoli, eventi culturali. Ha pubblicato anche una monografia che si chiama Per un teatro degli spazi e ha collaborato ad alcune testate palermitane. Ha anche scritto Emilia, che ha vinto il premio Fersen e che è andata in scena sotto forma di lettura spettacolo per il festival Tramedautore, al teatro out-off di Milano e come spettacolo per il festival Quintessenza, al teatro I Candelai di Palermo, sempre con la regia di Domenico Bravo. Ha scritto il libretto Il regno dei ragni, operina da camera dark per bambini di stomaco forte. Un paio di suoi testi (Emilia, Condannati alla colpa) sono pubblicati nei primi due volumi delle antologie Premio Fersen della casa editrice Editoria e Spettacolo.