Poliedrica e sublime, ai Cantieri Culturali la mostra che racconta "Palermo piccola capitale dell'Art nouveau"
Nell’ambito del progetto Green Lab ai Cantieri allo Spazio Mediterraneo dei Cantieri Culturali alla Zisa, sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022 la mostra “Poliedrica e sublime. Palermo piccola capitale dell’Art Nouveau”, organizzata da Legambiente Sicilia e dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Palermo e curata dall’associazione La Linea della Palma, partner del progetto.
La mostra racconta l’inscindibile legame tra l’architettura e l’arte per la decorazione e l’arredo, che aveva caratterizzato le costruzioni del periodo Art Nouveau, anche alla luce delle stesse esperienze europee, che vide il proliferare di artisti, decoratori e artigiani qualificati nel campo delle arti applicate che confermarono Palermo uno dei centri dell’Art Nouveau, alla pari di Torino e Milano. Da una prima fase, ancora artigianale in cui il progetto e la creazione costituivano un unicum, si passò presto ad una produzione industrializzata che vide la nascita di numerose aziende, piccole e grandi, in tutto il territorio siciliano.
Mai come allora la Sicilia si è trovata al centro di scambi commerciali, artistici e culturali con gli altri Paesi d’Europa e d’Oltreoceano, superando tutte le difficoltà che il suo essere Isola certamente poneva, e permeata di quell’ottimistica visione propria della Belle Epoque, la Bella Epoca, industriosa, frizzante, onirica e fiduciosa.
“1900, ha inizio il “secolo breve” con i suoi fermenti positivi e con i suoi aneliti alla modernità. La Palermo, che in questo secolo inaugurava l’illuminazione elettrica in via Maqueda, si abbelliva grazie alle nuove costruzioni Art Nouveau di Ernesto Basile, Ernesto Armò, Salvatore Benfratello e altri, che sorgevano lungo il viale della Libertà, il nuovo asse della via Roma, la via Cavour e le vie vicine al complesso delle piazze Castelnuovo e Ruggero Settimo, dove aveva avuto luogo tra il 1891 e il 1892 l’Esposizione Nazionale. Questi edifici, status symbol della nuova borghesia dirigenziale, dovevano rappresentare la “positività e la gioia di un vivere urbano civile”, con un’attenzione anche al “decoro urbano” e all’abbellimento della città.
Il nuovo stile artistico e architettonico, dal carattere innovativo e internazionale e pertanto apprezzato non solo dall’alta borghesia dei Florio e dei Whitaker o dalle famiglie nobili dei Lanza e degli Alliata, ma anche dalla piccola borghesia nascente, si diffonde in maniera capillare a Palermo e ben presto in tutta la Sicilia, tanto da ritrovarsi in modo più o meno complesso in molte architetture e nelle strade cittadine. L’inscindibile legame tra l’architettura e l’arte per la decorazione e l’arredo, che aveva caratterizzato le costruzioni del periodo Liberty, anche alla luce delle medesime esperienze europee, vide il proliferare di artisti, decoratori e artigiani qualificati nel campo delle arti applicate, dall’ebanisteria alla lavorazione dei metalli, dalla ceramica ai mosaici, dai vetri alla moda internazionale che confermarono Palermo uno dei centri dell’Art Nouveau, alla pari di Torino e Milano.
Da una prima fase, ancora artigianale in cui il progetto e la creazione costituivano un unicum, affidato ad importanti e qualificate personalità professionali e artistiche che operavano congiuntamente, si passò presto ad una produzione industrializzata che vide la nascita di numerose aziende, piccole e grandi, in tutto il territorio siciliano che realizzarono mobili riprodotti in serie, economici ma comunque di “grande qualità tecnico formale”. L’Esposizione Nazionale realizzata a Palermo nel 1891 fu l’occasione per pubblicizzare la Sicilia produttiva ai mercati nazionali ed internazionali, ma non solo. Essa “…era riuscita a vestire di nuova luce la terra di Sicilia, proiettandola nel panorama nazionale come terra di eventi culturali, di paesaggi incantevoli, di menti fervidissime capaci di interpretare tempestivamente le più aggiornate istanze delle correnti culturali più affermate” (da “Storia dei Florio” di S. Requirez).
Il successo di visitatori e d’immagine ottenuto con l’Esposizione Nazionale, fu implementato dagli eventi sportivi, come la Targa Florio, e mondani, come la “Primavera Siciliana” e il “Corso dei Fiori”, di richiamo internazionale, ai quali parteciparono personaggi del jet set internazionale e le teste incoronate delle più importanti Case Reali, sfarzosamente accolti dai borghesissimi Florio. Nell’ambito di questo innegabile fermento produttivo e innovativo siciliano si leggano le partecipazioni alla “Prima Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna” di Torino, nel 1902 e alla “V Esposizione di Venezia” del 1903.
Il critico d’Arte Vittorio Pica, nel suo catalogo “L’Arte Mondiale alla V Esposizione di Venezia”, a tal proposito così commentava: “…il Mezzogiorno può andare a buon diritto orgoglioso di questa sua bella Vittoria nel campo dell’arte decorativa…”. Il successo di critica determinò, dunque, una rapida diffusione dei prodotti realizzati nel mercato nazionale e internazionale, con grande refluenza anche sull’indotto. Mai come allora la Sicilia si è trovata al centro di scambi commerciali, artistici e culturali con gli altri paesi d’Europa e d’Oltreoceano, superando tutte le difficoltà che il suo essere Isola certamente poneva, e permeata di quell’ottimistica visione propria della Belle Epoque, la Bella Epoca, industriosa, frizzante, onirica e fiduciosa.
La mostra sarà visitabile dal lunedì al venerdì: ore 9:30/12:30 e ore 15:30/18:30
I sabati, le domeniche e i giorni festivi: ore 9:30/12:30
Resterà chiusa 25, 26 e 31/12/2021 e 1/1/2022
Ingresso gratuito