Mostra "Trame mediterranee" a Palazzo Reale
E’ stata presentata a Palazzo Reale, la nuova mostra “Trame Mediterranee. Arti, popoli, culture”, aperta al pubblico da mercoledì 10 settembre. La mostra è promossa dalla Fondazione Federico II in collaborazione con la Fondazione Orestiadi di Gibellina.
La mostra resterà aperta fino all’11 gennaio con un biglietto di ingresso di 5 euro per chi visita solo l’esposizione, 4 euro per chi acquista anche l’accesso al complesso monumentale. "Trame Mediterranee" trae ispirazione proprio dalla ricchezza di idee e dai progetti di Ludovico Corrao (1927–2011, sindaco e artefice della ricostruzione di Gibellina, cittadina del Belìce distrutta dal sisma del 1968): una sintesi dell’attività creativa degli artisti, artefici dei laboratori sperimentali, e dei percorsi espositivi promossi dalla Fondazione Orestiadi in numerose capitali del Mediterraneo. Sono evidenti le analogie tra i manufatti provenienti dalla Sicilia, dalla regione mediorientale, dalla costa sud del Mediterraneo e dall’Africa Subsahariana. Gli oggetti rilevano un comune linguaggio tra i Paesi rivieraschi. Questo patrimonio si è rinnovato grazie a continue migrazioni, scambi economici e al fiorire di scuole di pensiero e di comunità di artisti, architetti e artigiani. Da questo patrimonio l’Europa può attingere per riprendere il suo cammino in un rinnovato patto di amicizia, solidarietà e scambio tra i Popoli. Questo percorso mira a reinterpretare lo spirito delle terre meridionali del mondo, per riscoprire nelle Trame Mediterranee gli influssi di tre continenti e delle tre grandi culture viventi dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell'Islam.
La mostra è composta da istallazioni, opere di arte contemporanea, gioielli, costumi e tessuti della tradizione ebraica, terrecotte. Le installazioni vengono presentate per la prima volta a Palermo, dopo un lungo viaggio per le capitali del mondo arabo. La “biblioteca siculo araba” è una interpretazione contemporanea delle descrizioni delle città siciliane riprese dalla biblioteca siculo araba di Michele Amari, realizzata da Antonio De Luca artista pugliese e dal gruppo romano degli “Stalker” come anche il “ Tappeto volante”, reinterpretazione del soffitto della Cappella Palatina di Palermo. Altre installazioni presentate, sono “Giufà” personaggio popolare comune e la “carta dei Toponimi” tavola lenticolare che mostra simultaneamente i toponimi arabi e siciliani delle nostre città.
Tra le opere più rappresentative e spettacolari certamente il Tappeto Volante: un gruppo di architetti-artisti Stalker con Ararat, centro sociale curdo a Roma, ha duplicato il soffitto della Cappella Palatina mediante una struttura in canapa con corde sospese ed anelli di rame. Soffitto e tappeto volante nello stesso tempo. Capace di proteggere la testa degli spettatori ed anche invito al viaggio mediante il riferimento alle Mille e una Notte. Tappeto Volante più che un titolo è il riuscito corto circuito culturale tra Oriente e Occidente, tra progettualità ed esecuzione, figurazione e decorazione.
Il gruppo di architetti-artisti realizza anche una proposta politica di integrazione culturale che restituisce memoria alla minoranza curda e recupera per sé un ruolo concettuale che si confà alla nostra cultura. In tal modo oriente e occidente operano l’intreccio di uno scambio culturale in cui non esiste gerarchia tra atto mentale ed atto manuale, piuttosto la partecipazione attiva ad un gesto collettivo di una comunità che sa spiegare il doppio estremismo della globalizzazione e della tribalizzazione nella posizione creativa dell’oggetto d’arte. In questo caso il manufatto d’arte possiede le stimmate di una forma architettonica capace di fondare un momento di incontro tra due culture e nello stesso tempo di farci volare nel III millennio in maniera creativa.