Seductions, in mostra al Museo Riso gli scatti del fotografo tedesco Uli Weber
Il Museo Riso inaugura giovedì 14 aprile alle 18, “Seductions”, la personale del noto fotografo tedesco Uli Weber, curata da Daniela Brignone in collaborazione con Paola Colombari. La mostra resterà aperta fino al 15 maggio.
Il percorso espositivo comprende circa cinquanta immagini fotografiche di grandi dimensioni, realizzate con raffinate tecniche di stampa e si snoda attraverso i ritratti iconici di personaggi famosi del mondo della moda, del cinema, dell’arte, della musica, attraverso i quali Weber cattura l’anima del soggetto; la freschezza e la genuinità di una giovanissima Kate Moss, la sensualità di Natalia Vodianova, oppure il volto satirico e ambivalente di un Boy George nella versione di un affabile diavolo.
Anche i volti di noti attori come Jeremy Irons, Hugh Grant o il noto musicista Sting sono colti nella segreta scintilla di una verità nascosta. La ritrattistica nella sua forma pura fa da contraltare ad una selezione di immagini dedicate alla seduzione della bellezza nei linguaggi della natura. Ecco così scatti che mostrano i paesaggi della Basilicata con le sue radici antiche, nascoste, melanconiche; immagini in cui l’autore sottolinea l’incontro tra lo splendore naturale e la sua desolazione, come nella foto del ‘Monte Pollino’ o nel “Giardino degli Dei”.
Lo stesso sentimento di seduzione che ritroviamo nell’omaggio che Weber fa alla femminilità vista attraverso uno sguardo leggermente erotico e sensuale, che si rivela nelle inquadrature delle immagini di "Alter Ego" in cui l’occhio del fotografo coglie la vivacità dei colori che abitano il corpo sinuoso di una donna ritratta con l’Irezumi, i tatuaggi della tradizionale arte giapponese, sublimandolo al confine tra realtà e sogno surreale.
La stessa forza della bellezza seduttiva che si ritrova nell’interpretazione elegante e dinamica delle foto che fanno parte del Ciclo di ritratti artistici di cavalieri Polo per Hackett London, in cui Uli Weber indaga il rapporto misterioso tra l’Uomo e il mondo equino, creando veri e propri quadri, che esaltano un’estetica statuaria quasi perfetta che ci riporta al mondo greco classico.