"Ciao peppì ed altre irriverenze…", mostra di vignette dedicata Peppino Impastato
Da domenica 7 a sabato 27 maggio, alle ore 21, presso la sala espositiva del Margaret Cafè, sarà inaugurata la mostra di vignette realizzate da Pino Manzella dagli anni '70 ad oggi, intitolata "Ciao Peppi' ed altre irriverenze…" e dedicata a Peppino Impastato.
La mostra curata dall'associazione Asadin, con testi di Evelin Costa, sarà visitabile fino al 27 maggio, tutti i giorni dalle 9 alle 23. La mostra fa parte delle iniziative svolte in occasione delle celebrazioni del 39° anniversario della morte di Peppino Impastato. Pino Manzella, pittore siciliano, amico e compagno di lotta di Peppino Impastato, ha dedicato tutta la sua vita e la sua arte a mantenere vivo il ricordo di Peppino e di quell'impegno contro la mafia e per la trasformazione dell'esistente, intrapreso negli anni '70 in provincia di Palermo, da giovani che, in una realtà non facile, volevano fuoriuscire dagli schemi tradizionali.
L'impegno artistico di Pino Manzella nasce come espressione "militante", un modo per interpretare la realtà. I suoi primi disegni erano vignette disegnate a mano nei bollettini poi ciclostilati con cui si faceva volantinaggio, illustrazioni di manifesti, copertine per i giornalini che passavano di mano in mano tra i giovani compagni. Spesso questi disegni non erano firmati perché in quegli anni si dava maggior peso al valore della collettività più che all'individualismo. Pino Manzella espone, dopo quasi quarant'anni dalla morte per mano mafiosa di Peppino Impastato, una selezione delle sue vignette realizzate a partire dagli anni '70 fino alla più recente del 2011.
La più antica vignetta presente nella mostra è del '74, quando ancora Peppino era in vita, seguono quelle interne ad alcuni numeri del Bollettino "Nove Maggio", mentre le successive, che attraversano gli anni '80, '90 ed il 2000, erano pubblicate nel giornale cartaceo Terrasini Oggi/Cinisi Oggi. Emerge l'umorismo satirico, pungente, irriverente e dissacratorio dell'autore, che affonda la sua matita nella realtà, affrontando tematiche senza tempo che parlano di rapporti mafia-politica, corruzione, appalti truccati, compravendita di voti e di posti di lavoro, raccontano le inefficienze, il trasformismo ed i compromessi della politica, di sovente più interessata al mantenimento del potere e delle poltrone piuttosto che al bene comune, un'attitudine permessa anche dalla complicità, dall'indifferenza e dalla rassegnazione da parte del cosiddetto "popolino", sempre utilizzato e contemporaneamente disprezzato dai dominanti.
L'autore dedica la mostra a Peppino Impastato che, come un angelo laico, continua a lottare dall'alto, con il suo palloncino che è a forma di mondo, perché è dal mondo che bisogna partire ed è il mondo che, lottando, pensando ed a volte anche ridendo, bisogna trasformare.