Barche, volti e corpi per mare: la mostra "Después de la tierra, todo" al Cervantes
Después de la tierra, todo (Dopo la terra, tutto) è la mostra di Xavier Mascarò - inserita nel cartellone di appuntamenti di “Palermo, Capitale della Cultura 2018” - che sarà inaugurata il 27 febbraio alle 19 alla chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani, sede dell’Instituto Cervantes (via Argenteria Nuova, 33) alla presenza della curatrice Carmen Fernandez Ortiz. Una mostra in cui le opere convivono in armonia e alludono alle tradizioni culturali più primitive e al dialogo tra Occidente e Oriente. La mostra - allestita fino al 24 aprile - sarà visitabile gratuitamente dal lunedì al giovedì dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18, venerdì dalle 10 alle 12.
Scultore e disegnatore, Mascaró è un artista ispirato dalla Storia, dall’archeologia dei valori universali. Realizza teste e corpi, umani e animali. Nascono come forme individuali, poi li lascia crescere insieme, in barche, per far loro iniziare viaggi sorprendenti e condividere esperienze vitali verso nuovi orizzonti. Sono storie raccontate con la delicatezza delle silhouette, la bellezza dei materiali e le straordinarie convivenze: la ceramica con il ferro, il metallo con la cartapesta.
Queste barche, fondamentali nell’immaginario dell’artista, prima vuote, leggere, spirituali, ed ora con persone e animali, cariche di esperienze terrene. Barche che viaggiano in un mare che non vediamo, solo intuiamo, ma che diventa il protagonista della narrazione, poiché ci parla della partenza, dell’arrivo, della traversata. L’acqua come elemento primordiale, vaso comunicante e fluido che ci fa muovere, che rende più leggero il peso. Le barche di Mascaró si ripetono nella sua iconografia, ed allo stesso modo si ripetono gli itinerari, emotivi e individuali nella nostra intimità, e sociali nella collettività. Alla ricerca dell’unione.
“Affrontiamo viaggi per realizzare i nostri desideri e sogni. La Storia si ripete, come nei tempi più antichi. La ricerca di altri orizzonti in cui migliorare come persone ci conduce ad intraprendere viaggi impensabili che nascono solo in tempi di avversità e rotture, sia naturali che sociali, individuali o collettive. Siamo alla ricerca di un’altra terra dove continuare la nostra esperienza di vita o dove iniziarne un’altra, ma è quella terra di cui a volte abbiamo nostalgia quella che ci aspettiamo dalla vita, a cui aspiriamo come il mito, quella che ci offre le soluzioni con le spiegazioni raccontate come una storia, quella che ci parla di speranza” (Carmen Fernandez Ortiz).