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Giovedì, 25 Aprile 2024
A Roma

I luoghi delle stragi di mafia in una mostra, Lavinia Caminiti espone davanti al Campidoglio

La fotografa palermitana ha presentato il suo lavoro, inaugurato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che resterà allestito sino al 30 novembre. "Sono luoghi, teatro di fatti tragici, che oggi sono inghiottiti dalla quotidianità"

Foto che immortalano i luoghi di morte di Palermo, ma non solo. Le strade e le vie dove magistrati, politici, uomini delle forze dell'ordine furono ammazzati dalla mafia come si presentano oggi, nell'indifferenza della quotidianità. E' la mostra fotografica di Lavinia Caminiti "La mafia uccide, il silenzio pure. Gli invisibili ammazzati dalla mafia e dall'indifferenza", inaugurata dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, promossa da Roma Capitale in occasione del trentennale degli omicidi dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, allestita in piazza del Campidoglio fino al 30 novembre.

"E' una mostra bellissima e tragica - ha detto Gualtieri - che ci fa vedere i luoghi degli omicidi di mafia, le strade insanguinate di Palermo e dell’Italia che ci aiuta a ricordare e a non precipitare nell’oblio perché la memoria è la condizione principale per continuare la battaglia per la legalità. La mafia ha avuto come alleati il silenzio e l'omertà e oggi il suo principale alleato principale è l’oblio. La chiave della mostra è particolarmente efficace perché sceglie di parlare dei luoghi fisici, di strade, vie. Io credo molto nella topografia della memoria". Nella mostra anche gli scatti del piazzale di San Giovanni in Laterano e del Velabro, teatro degli attentati nella notte tra il 27 e 28 luglio 1993. "Il ‘92 e ‘93 - ha aggiunto Gualtieri - sono stati degli anni in cui tutta Italia si è resa conto che la portata dell’attacco alla mafia riguardava tutti. Le stragi prima di Capaci e via D’Amelio e lo stragismo portato nel cuore di Roma, a San Giovanni, al Velabro, a Milano, a Firenze: è stato scioccante ma c’è stata anche una reazione importante della società civile, della magistratura, delle forze dell’ordine che ha portato a sconfiggere la mafia. Una vittoria che ci dice che dobbiamo continuare a mantenere alta la guardia, soprattutto ora che si apre una stagione di investimenti importanti".

Nei pannelli allestiti nella piazza sotto la statua del Marco Aurelio gli scatti dei luoghi attuali sono accompagnati dalle pagine dei giornali di allora. Ecco l’autostrada della strage di Capaci, dove morirono Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e i poliziotti della scorta e via D’Amelio di Paolo Borsellino. Ma anche viale Campania dove venne ucciso il giornalista Mario Francese che aveva ‘osato’ intervistare la moglie di Riina Antonietta Bagarella, via Libertà dove il presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella venne ucciso sotto gli occhi della sua famiglia, il bar di via De Blasi dove il capo della squadra mobile di Palermo Boris Giuliano fu ucciso alle spalle mentre pagava il caffè, via Turba dove Pio La Torre fu inseguito e ucciso insieme al suo autista o piazza Anita Garibaldi dove, mentre rincasava, fu ammazzato Don Pino Puglisi, sacerdote della zona di Brancaccio.

Per il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, si tratta di una ''mostra che serve a rinnovare la memoria di eventi tragici e a richiamare tutti ai doveri della cittadinanza e ai valori della legalità, rinnovare la memoria anche per chi non c’era è un dovere. Sono anni tragici quelli che hanno costellato il nostro recente passato, molti processi non hanno ancora definito compiutamente la verità su quei fatti, sono ferite ancora aperte. Bisogna riaccostarsi a quelle vicende per tenere alta l’attenzione di tutti sulla legalità''. "Sono luoghi, teatro di fatti tragici, che oggi sono inghiottiti dalla quotidianità: dove ci sono delle targhe a volte c’è immondizia, a volte le targhe sono rotte", ha detto Caminiti, dove si vede "il contrasto dell’indifferenza rispetto a quello che è successo". (Fonte: Adnkronos)

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