"Ciò che inferno non è", Alessandro d'Avenia al cinema Golden
Sabato 7 Marzo alle 10 al cinema teatro Golden, in via Terrasanta 60, lo scrittore Alessandro D'Avenia incontra gli studenti della città per presentare "Ciò che inferno non è" (Mondadori).
Hanno già aderito: il liceo Vittorio Emanuele II, Regina Margherita, Benedetto Croce, Francesco Ferrara, Thomas More, il convitto Falcone e la scuola Elis. Da Agrigento parteciperà l'Istituto comprensivo Foderà mentre da Lercara Friddi interverrà il liceo Picone. L'intervista sarà condotta dalla giornalista Adriana Falsone. L'evento è organizzato dalla libreria Flaccovio inMondadori. D'Avenia, trentasette anni, dottore di ricerca in Lettere classiche, insegna Lettere al liceo ed è sceneggiatore. Dal suo romanzo d'esordio, Bianca come il latte, rossa come il sangue (Mondadori 2010) è stato tratto nel 2012 l'omonimo film. Sempre per Mondadori ha pubblicato Cose che nessuno sa.
Trama. "Don Pino sorride. Un sorriso strano, lanciato da lontano, come dal profondo del mare quando la superficie è in tempesta. Mi ricordo ancora la prima ora con don Pino. Si era presentato con una scatola di cartone. L'aveva messa al centro dell'aula e aveva chiesto che cosa ci fosse dentro. Nessuno aveva azzeccato la risposta. Poi lui stesso era saltato sulla scatola e l'aveva sfondata. «Non c'è niente. Ci sono io. Che sono un rompiscatole.» Ed era vero. Uno che rompe le scatole in cui ti ingabbiano, le scatole dei luoghi comuni, le scatole delle parole vuote, le scatole che separano un uomo da un altro uomo simulando muri spessi come quelli di una canzone dei Pink Floyd".
23 maggio 1992, la scuola sta per finire: un gruppo di liceali palermitani sta festeggiando in piscina, quando dalla tv giungono le immagini della strage di Capaci. Federico è uno di quei ragazzi. Porta il nome di un sovrano antico, e come lui ama la letteratura e la sua terra. Mesi dopo, alla fine di un nuovo anno scolastico, proprio mentre si prepara ad andare a Oxford per un mese di studio, Federico incontra "3P", il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome intero è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l'invito ad andare a Brancaccio a dargli una mano con i bambini del centro Padre Nostro, che don Pino ha inaugurato per strapparli ai "padrini" del quartiere, parodia violenta della paternità.
Quando Federico attraversa il passaggio a livello che porta a Brancaccio, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita, quella vera. Quella sera tornerà a casa senza bici - gliela rubano -, con il labbro spaccato da un pugno e con la sensazione di dover ricominciare da capo: dal buio dei vicoli controllati da uomini senza scrupoli come il Cacciatore, 'U turco, Nuccio; dalle vite spesso disperate, sempre durissime, ma talora felici di Francesco, Maria, Dario, Serena e tanti altri; ma anche da Lucia, ragazza dagli occhi pieni di coraggio e limpidezza... Fino al 15 settembre 1993: il giorno del cinquantaseiesimo compleanno di padre Pino, lo stesso in cui viene ucciso. Il giorno in cui la bellezza e la speranza per Palermo restano affidate alle sue mani di ragazzo, chiamato a cercare e difendere ciò che, in mezzo all'inferno, inferno non è.