Storie e cunti di Sicilia raccontati da Salvo Piparo e Gaetano Basile con... Valentino Picone
La Dario Flaccovio Editore torna tra gli stand di “Una Marina di libri”. Dopo il ritorno su strada per il festival del Cassaro alto “La via dei librai”, gli appuntamenti di settembre tra i lettori continuano a Villa Filippina: doppio incontro sabato 18 insieme a due autori best seller della casa editrice: Gaetano Basile e Salvo Piparo.
Si comincia con Gaetano Basile, ospite del festival, sabato 18, alle 17, allo Spazio Tramontana. L’autore dialoga con Mario Azzolini sul libro “La Vita in Sicilia al tempo degli Emiri”: un viaggio nell’Isola felice al tempo della dominazione araba. Col suo stile sapientemente arguto e con grande ricchezza di dettagli poco noti o del tutto originali, Basile si spinge ben al di là della storia tramandata e riflette sull’importanza che ha avuto la dominazione islamica - usualmente ma impropriamente definita “araba” - in Sicilia, influenzandone per sempre mentalità e cultura.
E narra contaminazioni e origini di un connubio tra popoli che ha portato nell’isola una ricchezza inestimabile. Sulle spiagge siciliane, “dolci da toccare con lo sguardo, ove l’ombra si scosta dalla luce”, come le vide un poeta libanese, avvennero incontri, scambi, commistioni di razze e di religiosità. I viaggi, i commerci, la pesca, le vicende di tante guerre e di mille paci, il ritrovarsi, gli sposalizi, le ambizioni e le passioni qui si confusero al punto da diventare inestricabili. Divennero lingua e cucina, arte e musica, architettura e poesia, modo di vivere e di intendere la vita. Eccezione culturale. Ma per favore, non parlate mai di civiltà mediterranea.
Sempre sabato, alle 19, sul palco centrale, Spazio Maestrale, Salvo Piparo presenta il suo fortunato “Scordabolario”, un dizionario insolito e creativo delle “palore” palermitane - come le chiama - perdute e riattualizzate dall’attore e cuntista palermitano. Sul palco, insieme Piparo, Mario Azzolini, Vito Discrede e un ospite speciale, Valentino Picone, cui seguiranno tanti altri ospiti e amici a sorpresa.
Nato tra uno spettacolo e l’altro, quasi per gioco, "Lo Scordabolario" di Salvo Piparo, attore e cuntista palermitano, mette insieme vocaboli di ogni sorta, per ripensarli, rinominarli e dargli allora un nuovo valore. Nasce così un breve dizionario emozionale delle parole della tradizione siciliana.
Perché i palermitani una cosa la sanno: cu avi lingua passa u mari (letteralmente: "chi ha lingua attraversa il mare"), questo perché il palermitano non è padrone manco a casa sua, ma della sua lingua lo è, eccome. Ma tra le parole più usate, c’è la semplice “cosa”: “Sei cosa da prenderti a legnate”, “Sei una cosa inutile”, “C’è cosa?”, “Cosa fitusa!”. Oppure a chi chiede un favore: “Assessò, ma quella cosa?”, e alla risposta lapidaria: “Quella cosa sta camminando!”. Che poi da noi la mafia si chiama Cosa Nostra! Nel tempo, certe parole si sono impossessate di nuovi pubblici, altre invece sono state dimenticate, come calzini sporchi in fondo al bucato. In questo libro, Piparo diventa affabulatore e linguista, mischiando vocaboli antichi e moderni, il suo “Scordabolario” è il nuovo vocabolario delle "palore" palermitane scordate.