Carne contro pesce, festa del kebab made in Sicily a Sanlorenzo Mercato
A Sanlorenzo Mercato il 12 maggio si apre un nuovo weekend nel segno delle sfide di gusto con la festa del kebab siciliano. Da un lato il kebab di carne, dall’altro il kespad, lo speciale panino a base di pesce spada marinato. E a decretare il vincitore è il voto del pubblico.
Un nuovo weekend nel segno delle grandi sfide quello che si apre sabato 12 maggio alle 19.30 a Sanlorenzo Mercato. Protagonista della due giorni di festa è il Kebab siciliano, oggetto di una vera e propria sfida a colpi di bontà del territorio: da una parte il kebab di carne, nella ricetta originale di Sanlorenzo, dall'altro il kespad, ideato dalla Pescheria del Mercato e realizzato rigorosamente con pesce spada. La carne utilizzata per il kebab è di pollo e tacchino da allevamenti ragusani: solo sovracosce, cosce e fusi scelti, marinati per 10 ore con curry, curcuma, cumino, timo, salvia, sale e pepe, poi rosolati a fuoco lento per 45 minuti. Una ricetta inedita che rivisita il gusto comune e celebra il kebab nella sua versione originaria, quando cioè veniva semplicemente preparato con striscioline di carne saltata e dorata su una piastra rovente.
Ancora più originale e insolita è la versione "marinara", ovvero il kespad, realizzato con pesce spada fresco, preparato al momento a partire dalla fetta intera, che viene accuratamente rosolato in alloro, salvia, rosmarino, origano e un pizzico di peperoncino, addolcito con un po' di cipolla appassita. A rendere più avvincente la sfida a colpi di kebab è la possibilità di votare il preferito. Basterà munirsi dello scontrino per dare la preferenza alla Carnezzeria o alla Pescheria di Sanlorenzo (prezzo 5 euro a panino). Il kebab, ovvero carne arrosto in turco, prevede la cottura di grossi pezzi di carne alla griglia, che però storicamente avveniva ancora utilizzando lunghi spiedi metallici posti a cuocere orizzontalmente sulle braci ardenti. La versione siciliana del Mercato, condita con cipolle di Partanna e pomodoro nostrano, rinnova dunque il legame con il territorio regionale, con una filiera corta e garantita, per una pietanza troppo spesso al centro di critiche per la scarsa tracciabilità della materia prima.