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Sognando Keating al Jolly conquista gli studenti dell'Ascione

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

"L’antipatica secchiona se la canta e se la suona". Musica assordante a un ritmo travolgente dà il via allo spettacolo teatrale "Sognando Keating", scritto e diretto da Domenico Bravo, coinvolgendo fin da subito la giovane platea del teatro Jolly di Palermo, studenti dell'Istituto tecnico-professionale Ernesto Ascione. Personaggi e ruoli, artisti e ordinari costumi scenici, rappresentazione ma anche tanta vita reale. Lo spettacolo, liberamente ispirato al film “L’Attimo Fuggente” di Peter Weir, affronta tematiche attuali quali il bullismo, la ricerca di senso degli adolescenti, le frustrazioni, i disagi, le crudeltà di questa età delicata, i rapporti familiari non sempre idilliaci.

"Domani ti riempio il frigo di birra papà!". Vittime e carnefici si alternano sulla scena, scambiandosi, a tratti, le maschere. "Caproni", "maiali", una classe difficile e i suoi stereotipi. Un professore anticonvenzionale, che osserva e ascolta i suoi studenti e non si lascia intimidire dalle prime e ostentate minacce, grida di aiuto in realtà: "Sono ragazzi". Dal dramma alla vita che si fa sempre più spazio nelle loro travagliate storie che rivendicano i legittimi protagonisti: "Da quanto tempo sei complice? Smettila d incassare, subire e soffrire. Non è facile, non lo è mai". Un invito a guardarsi dentro: "Tornate a respirare! Siate come i salmoni che per deporre le uova rischiano di morire, vanno controcorrente". È l'entusiasmo che fa la differenza come di chi crede nel proprio lavoro e delude in positivo le aspettative di un preside schiacciato dal peso della burocrazia e incapace di guardare oltre. "Alla fine crollerà pure lei".

Un intenso scambio di battute tra Rinaldo Clementi, il dirigente del Liceo, e Domenico Bravo, mutatis mutandis, il prof. Keating, due diverse prospettive e metodologie didattiche. "Genitori e adulti dovrebbero prestare attenzione al silenzio dei loro ragazzi", afferma Silvana Di Salvo, direttrice artistica dello spettacolo, realizzato dall'Associazione Culturale e Teatrale Teatro Nuovo. "Lavoro con le scuole da vent'anni. Bisognerebbe incentivare di più questa esperienza formativa, che educa al confronto e stimola la creatività, favorendo la partecipazione dei giovani a teatro. Il buio di scena, le luci, i microfoni adatti, gli attori sul palco... Per alcuni alunni è la prima volta a teatro ed è emozionante cogliere lo stupore nei loro occhi. Occorrerebbero tuttavia maggiore attenzione, più sovvenzioni e interventi da parte di enti pubblici". Applausi fragorosi hanno chiuso la rappresentazione, a tratti metateatrale, che nel lieto fine non ha prospettato facili soluzioni ma un invito a "scegliere la propria vita e la differenza che ognuno porta con sé".

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