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Un grande fumetto dentro una barca e il disegno per Palermo: la mostra di Zerocalcare allo Zac | VIDEO

"Ci sta un sacco di roba sui curdi e sulla Siria del Nord", è ciò che si legge appena arrivati nello spazio dei Cantieri Culturali. Solo una raccomandazione del fumettista romano prima di entrare: "Purtroppo vi dovete levà le scarpe". L'esposizione sarà visitabile, a ingresso libero, fino al 12 gennaio 2020

Presentata a novembre 2018 al Maxxi di Roma e co-prodotta con Minimondi eventi, la mostra Zerocalcare Scavare fossati-nutrire coccodrilli, a cura di Giulia Ferracci, questa mattina è stata presentata alla stampa nello spazio Zac dei Cantieri culturali della Zisa dove da oggi pomeriggio alle 18 fino al 6 gennaio 2020 sarà aperta al pubblico.

Il titolo dell’esposizione - ideata da Silvia Barbagallo - nasce da una suggestione biografica dell’autore e da una riflessione di stringente attualità sul momento storico che viviamo: da una parte i coccodrilli e i fossati sono la metafora di una condizione interiore all’artista, dall’altra rappresentano l’avanzare dei timori originari dell’uomo legati all’invasione e alla paura dell’altro, le barriere alzate per la salvaguardia del proprio territorio. In occasione di questo nuovo appuntamento, la mostra cambia pelle e si rinnova con l’avvolgente istallazione site-specif, schiacciato nella stiva della stessa unica barca: "Se c’è una cosa che ho sempre odiato – spiega l’artista - è la rappresentazione delle periferie come monoliti, schiacciate nella narrazione del degrado o del mito del buon selvaggio… Nella stessa famiglia, anche nello stesso individuo, esistono identità, passioni e interessi diversi. Un marasma variegato che sopravvive e si arrabbata, schiacciato nella stiva della stessa unica barca. Anche nel tempo in cui tutti la raccontano come una competizione o come una regata tra barche diverse in lotta tra loro”.

Sottocoperta, le figure disegnate da Zerocalcare sono assiepate in groviglio di espressioni, posizioni, storie, in una composizione affollata di gente. Tutti i personaggi che da sempre abitano l’immaginario dell’artista - Lady Cocca, il Secco, il Cinghiale, Katia, il Deprecabile, Yoda e molti gli altri – e che qui, per la prima volta, vivono tutti nello stesso spazio, suscitando una stringente riflessione sul tema della convivenza. I soggetti sono presi a prestito per raccontare la complessa storia della coabitazione tra le genti, in un momento storico in cui la convivenza tra individui è sempre meno integrata, e gli spostamenti di intere comunità costringono a un inevitabile ripensamento dei confini etnici. Michele Rech, in arte Zerocalcare, riflette qui senza retorica sul tema dei diritti civili e della condizione dello ‘stare insieme’ come opportunità  e non  come condanna. “Se cè una cosa che ho sempre odiato è la rappresentazione delle periferie come monoliti, schiacciate nella narrazione del degrado o del mito del buon selvaggio".

"Un titolo evocativo - commenta Orlando - per un mostra che ripercorre il significativo e variegato cammino di un artista particolarmente sensibile al tema dei diritti civili e consapevole dell’importanza della comunità come antidoto alle conseguenze perniciose dell’individualismo. Non è un caso che questa mostra faccia tappa a Palermo.  In antitesi al monito lanciato da Zerocalcare, ed evocato nel titolo della mostra, Palermo è certamente una città che, in questi anni, ha fortemente affermato i valori dell’accoglienza e dello stare insieme, sulla scorta del motto: 'Io sono persona. Noi siamo comunità'. Un motto che si traduce in un impegno concreto a promuovere un nuovo umanesimo alternativo agli egoismi di «Io sono individuo» ed alla soffocante appartenenza di 'Noi siamo gruppo'. Accolgo dunque con piacere a Palermo la mostra di Zerocalcare che, ne sono certo, attrarrà, tra gli altri, moltissimi giovani estimatori di questo sagace giovane illustratore, e sarà per tutti noi occasione di godimento estetico ma anche di riflessione sul mondo in cui viviamo”.

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