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Cultura

Il kouros "torna in vita", dopo secoli assemblata preziosa statua greca

Il torso e la testa sono stati ricongiunti grazie al sostegno di Fondazione Sicilia. L'opera sarà esposta a Palazzo Branciforte fino al 13 gennaio 2019. L'assessore Tusa: "Il ricongiungimento costituisce a tutti gli effetti un vero e proprio nuovo ritrovamento archeologico"

Completato l'assemblamento del torso del kouros di Lentini e della Testa Biscari, appartenuti a un’unica statua di età greca e ricongiunti grazie al sostegno di Fondazione Sicilia, presieduta da Raffaele Bonsignore. Le due parti erano state rinvenute in epoche diverse a Lentini, in provincia di Siracusa e, successivamente, esposte separatamente a Siracusa al Museo archeologico Paolo Orsi e a Catania al Museo civico di Castello Ursino. Nel 2017 Vittorio Sgarbi e il Comune di Catania proposero l'assemblaggio e adesso che la statua è tornata integra sarà esposta a Palazzo Branciforte. La mostra Il kouros ritrovato, promossa e curata dall’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana Sebastiano Tusa, sarà inaugurata domenica alle 10.30 e rimarrà visitabile fino al 13 gennaio 2019.

“Con il sostegno a questa iniziativa – osserva il presidente di Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore - abbiamo contribuito a riportare in vita un'opera di straordinaria bellezza. Valorizzare una testimonianza del passato importante come è il kouros, a cui finalmente è stata restituita l'integrità, rientra nella nostra idea di promuovere l'arte e la cultura, anche attraverso il sostegno a iniziative scientifiche, come questa. Fondazione Sicilia non si fa soltanto promotrice dell'organizzazione di mostre ed eventi culturali, ma agisce in prima persona, dialogando con le diverse realtà coinvolte ed estendendo la fruizione dell'arte a un pubblico sempre più ampio”.

Il kouros, statua greca raffigurante solitamente un giovane, era una forma d'arte con funzione funeraria o votiva molto diffusa nel periodo arcaico e classico, tra il VII e il V secolo avanti Cristo. Quella esposta a Palermo è una scultura arcaica, ricavata da un unico blocco di marmo bianco proveniente dalle isole Cicladi. Sarà esposta all’interno della Sala della Cavallerizza, in un ideale dialogo con collezione archeologica, esposizione di punta della Fondazione Sicilia, custodita nell’allestimento di Gae Aulenti, autore del progetto di recupero del palazzo. Per rendere possibile questa delicata operazione di ricostruzione, è stata messa in campo un'équipe di esperti che ha permesso di raggiungere la certezza sull’unitarietà della statua, portando a compimento il meticoloso intervento conservativo, condotto nei laboratori del Centro Regionale Progettazione e Restauro della Regione Siciliana.

“Le evidenze scientifiche confermano l’appartenenza dei due reperti a un’unica scultura – dichiara l'assessore regionale dei Beni culturali Sebastiano Tusa – e il loro ricongiungimento costituisce a tutti gli effetti un vero e proprio nuovo ritrovamento archeologico che arricchisce il patrimonio culturale della Sicilia. È per me motivo di orgoglio potere affermare con certezza che si tratta di un’unica opera d’arte. Gli studiosi di livello internazionale che hanno collaborato a questa impresa, sono la garanzia scientifica del progetto. La multidisciplinarità con la quale abbiamo operato è stata l’arma vincente: il meglio delle conoscenze scientifiche messe in campo per un risultato straordinario”.

Dopo l’esposizione di Palermo, l'opera continuerà a essere concepita come una realtà unitaria, non più come due distinti reperti conservati in musei diversi.  Il kouros ritrovato sarà infatti esposto, già da febbraio 2019 al Museo civico di Catania per poi essere trasferito a Siracusa, al Museo archeologico Paolo Orsi, dove un convegno internazionale concluderà l’evento. 

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