"il mare in terra - Un viaggio culturale dentro una conchiglia", il progetto a Casteldaccia
Venerdì 9 ottobre alle 18:30 l'associazione culturale Impronta Unica presenterà, presso la torre del Duca di Salaparuta a Casteldaccia, un evento dal titolo “Un viaggio culturale dentro una conchiglia”, nell'ambito del progetto "Il mare in terra".
Prima tappa di un progetto ben più articolato che attraverso la storia, lo studio del territorio, l’approfondimento tecnico, il confronto con le professionalità bagheresi e dell’hinterland e la voglia di fare delle nuove generazioni vuole consolidare un modus operandi che proprio partendo da quello che siamo stati e dal nostro patrimonio culturale, monumentale e ambientale ci aiuti a costruire quello che possiamo essere e il vero valore da dare alle cose. In questo primo appuntamento vogliamo rivivere la storia del territorio della baronia di Solanto, dalle prime sedimentazioni di conchiglie, alghe e coralli fino ad arrivare alla estrazione della pietra arenaria per la costruzione delle masserie, torri e ville.
L'evento si snoderà attraverso un percorso avvolgente fatto di immagini, poesie, video, suoni che aiuteranno a lasciarsi travolgere da un “mare di pietra”. La sala che accoglierà “Il mare in terra” verrà arricchita da una mostra di conchiglie, fossili e utensili usati dai “mastri pirriaroti” nelle cave di estrazione e dalle sculture dell'artista Stefano Balistreri. E perché gli intervenuti possano sentirsi coccolati non solo nello spirito ma anche nella materia, è stata organizzata una degustazione di prodotti tipici offerta da due capisaldi della cucina e dell’imprenditoria bagherese: Totuccio Di Marco del Bar Ester e Michelangelo Balistreri. Sono stati coinvolti professionisti di vari settori per snocciolare e conoscere la realtà territoriale della pietra arenaria utilizzata per secoli nelle costruzioni, una fra tutte il Teatro Massimo di Palermo.
La scelta della torre del Duca di Salaparuta a Casteldaccia ampliata nel 1824 per la casa vinicola Corvo duca di Salaparuta, si inserisce dentro la storia delle masserie cinquecentesche con torri per la difesa delle colture dagli attacchi barbareschi, dove si suonava la conchiglia detta “brogna” che serviva per avvisare dell'arrivo dei nemici dal mare.