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"Lo strano caso del Caravaggio scomparso": il romanzo di Rosanna Dongarrà

Sulla sparizione della Natività del Caravaggio dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo sono state fatte mille ipotesi. E proprio in quel luogo, venerdì 25 maggio alle 18, sarà presentato in anteprima il romanzo di Rosanna Dongarrà

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Un giallo che non ha mai trovato soluzione, uno dei furti d’arte più famosi al mondo: sulla sparizione della Natività del Caravaggio dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo sono state fatte mille ipotesi. E proprio in quel luogo, venerdì 25 maggio alle 18, sarà presentato in anteprima il romanzo "Lo strano caso del Caravaggio scomparso" di Rosanna Dongarrà. L’autrice ci propone la “sua” interpretazione originale e credibile, regalandoci un romanzo affascinante e godibilissimo. Che la mafia fosse coinvolta nella scomparsa dell’opera è cosa assai probabile. Ma quel furto potrebbe anche ricondurre alla mano insospettabile di qualcuno che non voleva che la tela finisse in pasto ai mafiosi, qualcuno magari del tutto inconsapevole del valore artistico di quel quadro.

E' possibile, allora, che quel 18 ottobre del 1969, la Natività non sia stata rubata ma, semplicemente, salvata? Ne parleranno, insieme all'autrice, Francesco Nuccio, redattore capo Ansa Sicilia, Bernardo Tortorici, presidente degli Amici dei musei siciliani, Umberto Santino, presidente del Centro Peppino Impastato, Salvatore Ferlita, giornalista e Laura Francesca Di Trapani, scrittrice e storica dell'arte e curatrice indipendente. A distanza di quasi cinquant’anni, del furto del Caravaggio dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo si sa veramente poco o nulla. Poche notizie e per di più frammentate, molte congetture, teorie e mezze verità. Il celebre furto che ha coperto le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, rimane tuttora avvolto nelle fitte nebbie dell'ignoto così come sconosciuto rimane il luogo dove in polvere, brandelli o tutta intera riposa la tela che, insieme a quella napoletana del Martirio di Sant’Orsola, dovrebbe costituire l’ultima produzione artistica di Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come il Caravaggio.

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