"Accamòra ovvero tutto su mia madre", lo spettacolo al Tmo
Giovedì 23 e venerdì 24 giugno alle 21 al TMO Teatro Mediterraneo Occupato si terrà lo spettacolo "Accamòra ovvero tutto su mia madre", si Paolo Mannina.
Si tratta di una produzione Teatro L'Idea di Sambuca di Sicilia e Cantieri Teatrali Zabut in collaborazione con Palermo Pride 2016 e Teatro Mediterraneo Occupato. Si tratta di una produzione Teatro L'Idea di Sambuca di Sicilia e Cantieri Teatrali Zabut in collaborazione con Palermo Pride 2016 e Teatro Mediterraneo Occupato. Contatti: Dario Raimondi +393484988306 teatro.delmediterraneo@yahoo.it. Regia, testo e drammaturgia: Paolo Mannina con Paolo Mannina, Luigi Rausa e Gabriella D'Anci; aiuto regia Giulia Santoro; scenografia Fabrizio Lupo; realizzazione scenografica; Pablo Cricton Subercaseaux; costumi; Dario Princiotta; supervisione ai costumi Roberta Barraja.
"ACCAMÓRA ovvero TUTTO SU MIA MADRE" è un tragicomico ballo di famiglia dove l'insonnia si cura a furia di caffè e i mal di testa con ansiolitici di ultima generazione. Al centro della pièce una madre, archetipo di tutte le madri: madre-lingua- madre-padre, madre coraggio, madre-paura, madre-cibo e madre natura. Sullo sfondo la provincia siciliana dove vecchio e nuovo convivono e si avvicendano sia pure in un fragile equilibrio che resiste precariamente all'onda d'urto della modernità.
Gli interpreti: Paolo Mannina (La Madre sicula, ma potrebbe essere lombarda, o spagnola o Yiddish o tutte queste insieme) Luigi Maria Rausa (Il figlio aspirante artista omosessuale in costante fuga dal lei) Gabriella D'Anci (La figlia in perenne procinto di sposarsi e con un segreto in grembo da custodire). In un continuo andare e tornare, fare e disfare valigie, si svolge un complicato intreccio di dinamiche al limite della patologia nevrotica. In questo stato d’impermanenza, fatto di fughe improvvise e inevitabili ritorni, ciascuno dei personaggi cerca con difficoltà un equilibrio fra se stesso e l'altro, il dentro e il fuori, il passato e il presente, la verità e la menzogna, l'amore e il disamore. Una pièce surreale e comica su tutte le madri.
Nota dell’autore “Accamóra”: quando il teatro cura le ferite…..
"Alcuni anni fa, dopo la scomparsa di mio padre, mentre vivevo a Roma, in pochi giorni e senza riuscire a staccarmi dalla penna, scrissi un testo teatrale, “Accamóra”, cui oggi si è aggiunto il sottotitolo “ovvero tutto su mia madre”. Ho scritto di getto con l’urgenza di una catarsi liberatoria che curasse una mancanza, un vuoto affettivo, la “colpa” per non essere stato vicino a mio padre nella malattia, come avrei voluto. La pièce, a rileggerla oggi è un urlo di rabbia per la sua morte che m’imponeva all'improvviso di divenire adulto, perché mio padre non c’era più e mia madre sarebbe invecchiata. Ma era anche un atto d’accusa contro un’idea solo tradizionale di famiglia che non poteva appartenermi e i rapporti di forza, i doppi legami spesso ricattatori che danno vita a dinamiche patologiche.
Non ultimo, la messinscena attuale è un atto d’amore verso mia madre e un omaggio al paese in cui sono nato, Sambuca di Sicilia, a quel dialetto, pieno di leggerezza e gravido d’autoironia, che rende barocca e violenta ogni nostra relazione o come direbbe il Principe di Salina “ogni nostra manifestazione”. Molti, con i quali sono cresciuto, hanno riconosciuto in Accamóra la mia autobiografia; molti altri, come in un gioco di specchi, vi hanno letto frammenti della loro vita. Per farla breve, il racconto di questa famiglia tenuta insieme dall’amore caparbio di una donna rimasta sola in mezzo ai ricordi di un tempo perduto e mai più ritrovato, aveva rappresentato e rappresenta tutt'ora una vicenda e un destino comuni ad altre famiglie, svelati dalla liturgia catartica del teatro.Accamóra ha sanato qualche ferita, riappacificando nella vita vera come nella pièce i diversi personaggi tra loro e aiutandomi, in definitiva a riappacificarmi con me stesso, con le mie origini, con la mia identità plurale".