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Economia

Partita ancora aperta per i lavoratori ex Blutec, nuovo bando per la cessione dello stabilimento

Il futuro dell'area di Termini Imerese al centro di un nuovo vertice al ministero dello Sviluppo economico. L’avviso dovrebbe essere pronto entro la fine dell'anno, tempi più brevi invece per la forma dell'accordo di programma tra il ministero e la Regione

Un nuovo bando entro la fine del 2021 per la cessione dello stabilimento ex Blutec di Termini Imerese e il rinnovo dell'accordo di programma per le aree di crisi complessa e la reindustrializzazione dell'area. Sono le decisioni assunte per il sito in provincia di Palermo nel corso dell'ultimo vertice che si è tenuto ieri a Roma nella sede del ministero dello Sviluppo economico. Al tavolo rappresentanti di Invitalia, della Regione, di Fim, Fiom e Uilm. 

"Per quanto riguarda il ramo Metallic di Ingegneria Italia, stabilimenti di Atessa e Tito Scalo, si definirà entro metà dicembre il passaggio definitivo al gruppo Ma con la garanzia della continuità occupazionale per tutti i lavoratori. Situazione a parte per Termini Imerese, per cui ci vorranno approfondimenti e più tempo per una soluzione industriale che garantisca la reindustrializzazione del sito e la continuità per tutti i lavoratori, compreso l'indotto", dicono in una nota congiunta Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil e Silvia Spera, Area Politiche Industriali per la Cgil nazionale. 

"Per Atessa e Tito Scalo - osservano i sindacalisti - è stata trovata una soluzione che riteniamo positiva come quella di Magnetto. Rimangono però le incertezze riguardo le altre cessioni che destano preoccupazioni, sulle quali occorrono garanzie occupazionali". Le sigle chiedono inoltre "al ministero dello Sviluppo economico e a Invitalia di verificare la solidità dei soggetti che presenteranno offerte per le acquisizioni. Su Termini Imerese non possiamo azzerare e riportare il contatore a 12 anni fa, non c'è più tempo. Serve un confronto istituzionale attivo anche sull'accordo di programma. E occorrono strumenti per l'individuazione di un percorso che accompagni all'uscita chi è prossimo alla pensione".

Fiom e Cgil chiedono poi "l'avvio di un tavolo tecnico insieme a Invitalia, le istituzioni e il sistema delle imprese, grande assente su questa vertenza, per valutare quali soggetti industriali a carattere locale e nazionale potrebbero essere interessati al progetto di rilancio, sfruttando l'occasione delle risorse del Pntt nell'ambito della riconversione sostenibile delle produzioni. Sul territorio siciliano ci sono importanti realtà industriali, pubbliche e private, che potrebbero essere coinvolte. Per la Fiom e la Cgil - conclude la nota congiunta - condizione imprescindibile è la garanzia occupazionale di tutti i lavoratori, la tenuta industriale e il rilancio dell'area di Termini Imerese".

Secondo il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano e il coordinatore nazionale automotive Fim Cisl Stefano Boschini "Fondamentale sarà anche la definizione dell'accordo di programma tra il ministero dello Sviluppo Economico e la Regione Siciliana che dovrebbe prospettare l'assegnazione delle risorse finanziarie, a partire dai 90 milioni di euro del vecchio accordo di programma scaduto. Come sindacato - ricordano - abbiamo ribadito la necessità di essere coinvolti nella fase di preparazione del bando per Termini Imerese data la complessità del piano di salvataggio, perché quella sarà determinante per prefigurare più soluzioni industriali che complessivamente diano risposte positive ad oltre 595 lavoratori diretti e a tutto l'indotto". "Il ministero dello Sviluppo Economico - spiegano i sindacalisti - ha condiviso questa nostra richiesta e ha definito che nelle prossime settimane verrà convocato un tavolo specifico tecnico per condividere l'impianto di massima con cui predisporre il bando per Termini Imerese". 

"Siamo ben felici che, ancora una volta, qualcosa sul recupero occupazionale nell'area industriale di Termini imerese sembra muoversi. Alla luce delle precedenti esperienze, però, non possiamo che rimanere cauti e confermare di voler vederci chiaro attraverso un maggiore coinvolgimento della parte sindacale", commentano dalla Ugl Metalmeccanici Sicilia.

"Tante opportunità all'orizzonte, ma resta il fatto che di realmente concreto ci sono poco meno di 600 lavoratori diretti e circa 300 lavoratori dell'indotto, oltre ad un'intera area industriale, che da troppo tempo attendono risposte certe - dice il segretario regionale Angelo Mazzeo. Con il Mise abbiamo fatto il punto della situazione e, sebbene gli ex dipendenti siano coperti dagli ammortizzatori sociali fino al novembre 2022 (con possibilità di proroga), quello che conta davvero è la messa a bando del sito. Cosa che ancora non sta avvenendo, mentre lo stabilimento di Termini diventa sempre meno idoneo ed in Italia le altre fabbriche del gruppo sono già stati in gran parte alienate. Parallelamente, dalla stampa siamo venuti a conoscenza con piacere che un gruppo di imprenditori ha intenzione di investire, con il sostegno di Invitalia, nel sito stesso e nel campo delle nuove tecnologie - aggiunge il sindacalista -. Ci piacerebbe poter avere un confronto con gli attori interessati, anche per capire se c'è spazio per le risorse umane ex Blutec (opportunamente formate) o se le stesse dovranno aspettare chi si aggiudicherà la gara del Mise. Come Ugl Metalmeccanici Sicilia chiediamo quindi, al ministero e alla Regione Siciliana, di concordare in tempi rapidi l'istituzione di un tavolo tecnico permanente perchè sull'area di crisi di Termini imerese si lavori in modo coordinato per garantire un fattivo sviluppo e la ricollocazione dei lavoratori diretti e dell'indotto".

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