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Unicredit credito su pegno: forti preoccupazioni per il futuro dei lavoratori

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Unicredit Credito su Pegno: forti preoccupazione per il futuro dei lavoratori. Assemblee in tutta la Sicilia. Urzi’ (FIRST CISL) e Angelini (FABI): Unicredit faccia chiarezza sul futuro di una struttura storica della Banca. Incertezza e preoccupazione per il futuro, chiarezza e trasparenza sulle prospettive del Settore e su possibili cessioni di ramo d’azienda, anche parziale. I Sindacati esprimono forte preoccupazione per il futuro del Credito su Pegno in particolare in Sicilia dove sono occupati circa 60 lavoratori.

“Negli ultimi mesi del 2016 – affermano Gabriele Urzì e Giuseppe Angelini rispettivamente Segretari di Gruppo Unicredit della First Cisl e della Fabi - avevamo avuto notizia di una “visita” di alcuni funzionari di una famosa casa d’aste austriaca che aveva visionato locali e procedure lavorative della struttura che svolge il servizio in Unicredit. Le spiegazioni al riguardo, circa una non meglio precisata “sinergia commerciale” con la casa d’aste, non convincevano e non convincono ancora oggi. Intanto – continuano i sindacalisti – si svolgerà a Palermo il 14 luglio prossimo, una assemblea dei 40 lavoratori del Pegno di Via Borrelli a Palermo e analoghe iniziative coinvolgeranno i lavoratori di Catania e di Messina.”

“Noi vogliamo solo chiarezza sulle reali intenzioni di Unicredit, che, nel recente passato, ha ceduto alcuni asset ritenuti non strategici delle banca. Secondo noi, anzi, il Pegno è un settore che va valorizzato e sviluppato e che necessita di assunzione di personale anche specializzato al fine di fronteggiare l’enorme mole di lavoro e le lunghe file agli sportelli che quotidianamente si registrano.” Ed è proprio su questo che si scaldano i toni. “Vorremmo capire – incalzano Urzì ed Angelini – in base a quali parametri qualcuno decide che attività importanti e redditizie vengono classificate come “assett non strategici”. Noi crediamo che se dovessero essere fondati i timori sul futuro della struttura si tratterebbe di un madornale errore. Attendiamo una smentita da Unicredit che, ad oggi, non c’è stata”.

“Non vogliamo – conclude la nota del Sindacato – che un servizio sociale che rappresenta spesso l’unica fonte possibile di finanziamento nei riguardi di fasce di clientela che non possono accedere ad altre tipologie di prestiti, passi nelle mani di una azienda che potrebbe non avere alcun interesse a gestire i “bisogni sociali” legati al pegno a Palermo ed in Sicilia.

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