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Terna, chiude il centro di controllo: "Altri posti di lavoro in fumo"

L'allarme dei sindacati: "Si tratta dell'ennesima ristrutturazione di un grande gruppo industriale nazionale, con conseguente ridimensionamento della sua presenza in Sicilia. Gravi rischi sul sistema elettrico e ulteriori riduzioni dei livelli occupazionali"

No al ridimensionamento di Terna. Lo dicono Filctem Cgil,  Flaei Cisl, Uiltec Uila davanti all’annuncio di un’ennesima ristrutturazione di un grande gruppo industriale nazionale, con conseguente ridimensionamento della sua  presenza in Sicilia. Ad annunciare la riduzione della sua struttura,  con gravi rischi sul sistema elettrico e ulteriori riduzioni dei livelli occupazionali, è il  Centro di Controllo Terna di via Castellana, che occupa 20 persone altamente qualificate.

La decisione di è quella di accorpare i centri di controllo. E così la nuova struttura di Controllo e Conduzione di Terna, responsabile del dispacciamento dell’energia sull’intero territorio nazionale, ha previsto a regime tre soli centri a livello nazionale: l’area Nord Ovest, con sede a Torino, che accorperebbe gli attuali centri di Torino, Milano, Cagliari. L’area  Nord Est, con sede a Venezia, che accorperebbe gli attuali centri di Venezia e  Firenze. E l’area di Centro Sud, con sede a Napoli,  che accorperebbe gli attuali centri di Roma, Napoli, Bari e Palermo.

Protestano le organizzazioni sindacali Filctem Cgil,  Flaei Cisl, Uiltec Uila  di Palermo, che  hanno comunicato la prospettiva del ridimensionamento all’assemblea dei lavoratori di Palermo di Terna s.p.a. I sindacati chiederanno un incontro all’assessore regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità  Vania Contrafatto e alle commissioni regionali competenti per illustrare i rischi che deriverebbero dal progetto di riorganizzazione del “Controllo e della Conduzione” della Rete Elettrica. “Consideriamo  inaccettabile il superamento di strutture organizzative di Terna s.p.a. in Sicilia, con la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro, quando nella Regione restano infrastrutture elettriche ad ala tensione molto invasive per il territorio e  oggetto di cospicui investimenti per il potenziamento e il riammodernamento” -  dichiarano Filctem, Flaei e Uiltec - Alla società Terna s.p.a. chiediamo di ripensare il progetto e di procedere intanto speditamente alla copertura delle posizioni lavorative al momento vacanti nella sede di Palermo”.  

Secondo i sindacati, a non consentire  il superamento del “Centro di Controllo del Sistema Elettrico Siciliano” (CR) ubicato a Palermo sono proprio le peculiarità della Rete Elettrica ad Alta Tensione: un solo collegamento elettrico con il continente; un’elevata produzione da Fonti Rinnovabili a rischio di non utilizzo senza uno specifico e costante  controllo della rete di Alta Tensione;   la carenza della rete 380/220 KV rispetto al resto d’Italia, che  determina l’improprio uso della rete 150 KV  siciliana come trasporto;  la gestione particolarmente gravosa nel periodo estivo, a causa dell’elevato e imprevedibile numero degli incendi boschivi, che comporta la disalimentazione delle linee elettriche coinvolte.  “In futuro . concludono i sindacati -  sebbene le nuove tecnologie potrebbero consentire la gestione dislocata della Rete Elettrica Siciliana,  ciò sarebbe comunque inopportuno, considerata la vulnerabilità del sistema elettrico e dei sistemi telematici demandati a gestori esterni”.

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