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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Carini

Sciopero alla Italtel, i sindacati: "Resta alta la preoccupazione per il futuro dello stabilimento di Carini"

Domani i lavoratori incroceranno le braccia dalle 13,30 alle 15,30. Assemblea con i coordinatori nazionali di Fiom, Fim, Uilm: "Se l'azienda non ci darà risposte intensificheremo le azioni di mobilitazione"

Scatta la mobilitazione all’Italtel di Carini, al culmine di un periodo di preoccupazione e di attesa. Per domani sono già state deliberate le prime due ore di sciopero, dalle 13,30 alle 15,30. E' la decisione presa oggi nel corso dell’assemblea con tutti i lavoratori, all’interno stabilimento, alla presenza dei segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm e dei rappresentanti nazionali Silvia Simoncini, segretaria Fiom, Fabio Bernardini, coordinatore Fim e Luca Maria Colonna, coordinatore Uilm.

All’assemblea si è discusso dei temi che riguardano l’accordo da poco sottoscritto, che ha fortemente penalizzato il sito palermitano con i contratti di solidarietà. E soprattutto delle mancate risposte dell’azienda agli interrogativi posti dai sindacati dei metalmeccanici sulla nuova sede di lavoro ancora non individuata, mentre la sede storica è stata già venduta, e su investimenti e prospettive in programma per dare un futuro ai lavoratori.

"Tutte domande da noi poste e rimaste ancora senza una risposta. Italtel ha finora rifiutato ogni tipo di interlocuzione, mancando anche di rispetto alle istituzioni locali e regionali: non si è presentata alla riunione all’assessorato regionale Attività produttive e neanche in sesta commissione, alla convocazione voluta dal Comune di Palermo", dichiarano i segretari generali Fiom, Fim,  Uilm Palermo Francesco Foti,  Antonio Nobile e Enzo Comella insieme alle Rsu Italtel di Carini.   

"Da domani - aggiungono Foti, Nobile e Comella - si parte con le prime due ore di sciopero e se Italtel non darà risposte sul futuro del sito di Carini e non ci farà conoscere le sue reali intenzioni sul proseguimento dell’attività, intensificheremo le azioni di mobilitazione dei lavoratori. Fino ad oggi non abbiamo registrati segnali positivi. I lavoratori, dopo tanti sacrifici fatti per  far sopravvivere l’azienda nelle varie fasi di crisi, sono  preoccupati che un altro pezzo di industria lasci il nostro territorio. Per questo attiveremo tutte le azioni che riterremo utili in difesa del sito siciliano".

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