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Economia

Stipendi non pagati e licenziamenti in vista, scioperano i dipendenti di Papino

Protesta ad oltranza, con iniziative organizzate al centro commerciale Conca d'Oro e a Bagheria. In bilico il futuro di 83 lavoratori impiegati in alcuni dei 32 punti vendita del gruppo. Flauto (Uiltucs): "L'azienda paghi le mensilità di luglio, agosto e la quattordicesima" 

Sciopero a oltranza dei lavoratori della Papino elettrodomestici. Si parte oggi con la protesta a Palermo nel punto vendita del centro commerciale Conca d’Oro e a Bagheria, ma nei prossimi giorni toccherà anche alle altre province. La protesta riguarda non solo la minaccia di licenziamento di 83 dipendenti impiegati in alcuni dei 32 punti vendita del gruppo, ma anche i ritardi nei pagamenti.

Palermo e Trapani, infatti, sono escluse dalla procedura di licenziamento. L'azienda però continua a non pagare gli stipendi, tanto che i sindacati temono per il futuro dei lavoratori. Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia, spiega che è stata indetta una protesta a oltranza per sollecitare il pagamento delle mensilità maturate e non erogate a luglio e agosto e della quattordicesima.  

“Dopo svariati incontri - riferisce Flauto - il Gruppo Papino non intende accettare le proposte delle organizzazioni sindacali in merito all'utilizzo degli ammortizzatori sociali a salvaguardia di tutti i livelli occupazionali per quei negozi inclusi nella procedura di licenziamento collettivo. E' chiarissimo l'obiettivo dell'azienda che punta allo svuotamento dei negozi al fine di potere garantire all'eventuale subentrante i negozi liberi da qualsiasi vincolo occupazionale e contrattuale".

"Durante i primi incontri - ricostruisce il segretario della Uiltucs - la stessa azienda ci aveva comunicato che erano in corso trattative con un grande gruppo nazionale interessato all'acquisto del ramo d'azienda e chiedevamo l'utilizzo temporaneo di un ammortizzatore sociale. All'incontro successivo hanno cambiato le carte in tavola e ci  hanno comunicato che intendono procedere con i licenziamenti in alcuni punti vendita. Qualcosa è cambiato ma l'azienda non è chiara sui suoi intendimenti. Noi chiediamo prima di ogni cosa che vengano erogati gli stipendi arretrati a tutti i lavoratori siciliani e soprattutto chiarezza sul percorso che intendono intraprendere, confrontandosi con le organizzazioni sindacali per ricercare insieme le soluzioni più adeguate per gestire questa delicata e difficile situazione”.

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