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Economia

Spiagge, la Regione aumenta del 600% il canone per i lidi

Il provvedimento è stato disposto dal Governo e pubblicato venerdì sulla Gazzetta ufficiale. Ma i rincari sono uguali sia per i piccoli che per i grossi concessionari. Cilano: "Aumenti illegittimi a stagione iniziata, la metà degli esercenti falliranno"

"E' illegittimo da parte della Regione decretare un aumento del genere". Sono le parole di Alessandro Cilano, responsabile per la Sicilia occidentale della Federazione imprese balneari, alla notizia dell'aumento del 600 per cento dei canoni di concessione dei lidi disposto dal governo regionale.

"In un momento di crisi come questo - afferma Cilano - è assurdo tagliarci le gambe quando la stagione è praticamente iniziata, le tariffe già decise e gli accordi ormai presi con molti clienti". La Fiba si sta già attivando per presentare un ricorso contro un decreto che, calcolatrice alla mano, dovrebbe costringere molte piccole aziende a chiudere i battenti.

Mentre avrà effetti minimi sulle grandi concessionarie. "Si tratta di far fallire la metà degli esercenti - continua Alessandro Cilano - e lasciare migliaia di persone in mezzo alla strada. Chi sopravvivrà dovrà aumentare i prezzi, e come al solito non sarà possibile fare una concorrenza onesta. Questo è il tipo di provvedimento che favorisce gli ingenti capitali, come quelli della mafia".

Che la Regione guadagni troppo poco dalle concessioni, però, non può essere messo in dubbio. Lo dimostrano gli esempi della Toscana e del Lazio che, con una costa molto ridotta rispetto a quella siciliana, incassano all'anno 16 milioni la prima e 9 milioni la seconda, contro i 7 della Sicilia.

"Che i canoni vadano rivisti - conclude Cilano - è indubbio, siamo ancora con quelli del '94. Ma è certo anche che questo non è modo di fare economia e che daremo battaglia. Nei prossimi giorni ci incontreremo ancora con l'amministrazione".

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