Rigenerazione urbana e riqualificazione edilizia: ammessi al finanziamento progetti per 400 milioni
Preoccupazione del Sunia e della Cgil regionali per l’inadeguatezza degli uffici di progettazione
Più di 400 milioni di euro sono stati assegnati alle città e ai comuni siciliani con più di 60.000 abitanti che hanno presentato richiesta nel marzo di quest'anno a valere sul bando del Programma innovativo per la qualità dell'abitare (Pinqua). È stata infatti pubblicata la graduatoria che ha ammesso ai finanziamenti a livello nazionale 271 progetti, 24 dei quali sono i progetti siciliani, finanziati con importi che vanno da 8 a 99 milioni di euro.
I fondi sono quelli del Pnrr e in quota parte del fondo complementare nazionale “e serviranno – sottolineano i segretari generali del Sunia e della Cgil Sicilia Giusy Milazzo e Alfio Mannino - per realizzare iniziative di rigenerazione urbana e di riqualificazione edilizia e sociale anche con l'aumento dell'offerta di edilizia abitativa pubblica”. Milazzo e Mannino sottolineano tuttavia che “la misura contiene luci ed ombre”, esprimendo anche “preoccupazione per la non adeguatezza degli uffici di progettazione a sostenere il carico di un così grande impegno, che è urbanistico ma anche sociale”. Milazzo e Mannino rilevano che.”tutti i capoluoghi tranne Caltanissetta hanno avuto approvata almeno una proposta progettuale e e tra i comuni medi (con più di 60000ab.) solo Marsala e Gela”.
Ragusa e Messina hanno presentato tre proposte ottenendone l'approvazione . Messina ha avuto approvato un progetto pilota per un importo di 99milioni di euro. “E' un'occasione straordinaria per intervenire sulle città migliorandone le condizioni e la qualità della vita degli abitanti – rilevano Milazzo e Mannino- e per rilanciare l'occupazione nel settore edile e non solo”. Per questo Sunia e Cgil chiedono “l’immediata apertura di tavoli di confronto con i Comuni sia per superare quel vulnus che ha visto le amministrazioni operare senza coinvolgimento delle parti sociali e dei cittadini, tranne in pochi isolati casi sia per poter apportare in fase di progettazione quelle modifiche necessarie a far si che i processi di rigenerazione siano partecipati condivisi e utili ad affrontare il disagio abitativo ma più complessivamente il disagio urbano e sociale”.