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Economia

Negozi aperti anche a Pasqua, i sindacati ai dipendenti: "Non lavorate"

Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil "non si può imporre di lavorare in una giornata festiva ed è illegittima l'eventuale sanzione disciplinare inflitta. Con le aperture selvagge la nostra società subisce un arretramento culturale"

Centri commerciali aperti, anche a Palermo, anche durante le festività paquali. Una scelta che, sebbene sia di fatto un'abitudine consolidata, non piace ai sindacati di categoria. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, invitano "i lavoratori del commercio e gli addetti di tutte le attività svolte nei centri commerciali ad astenersi dal lavoro durante le festività di Pasqua, Pasquetta, 25 aprile, Primo maggio e 2 giugno".

In una nota i segretari generali siciliani Salvo Leonardi, Mimma Calabrò e Marianna Flauto (nella foto a destra) ribadiscono “il valore del riposo domenicale e il riposo festivo e confermano la netta contrarietà alle aperture festive nel settore commercio” sottolineando che "con le aperture selvagge la nostra società subisce un arretramento culturale e smarrisce i valori più pregnanti dell’uomo in nome del profitto e del libero mercato. Il consumismo non può e non deve diventare l’unica dimensione in cui vivere per cancellare tutti gli altri valori che definiscono la nostra esistenza di donne e di uomini in una società che deve invece valorizzare la famiglia, la cultura, lo sport, la religione e il meritato tempo libero. Le aperture dei negozi nelle giornate festive segnano un profondo stravolgimento delle radici culturali, religiose e civili non solo italiane ma dell’intero Occidente”.

marianna flauto-4I sindacati chiariscono quindi che “la disponibilità al lavoro festivo rimane dunque una scelta libera e autonoma dei lavoratori”. Secondo Filcams, Fisascat e Uiltucs “recenti sentenze confermano la nostra posizione: il datore di lavoro non può imporre al dipendente di lavorare in una giornata festiva ed è illegittima l’eventuale sanzione disciplinare inflitta a seguito del rifiuto alla prestazione straordinaria festiva, tranne se non vi è un’espressa volontà del lavoratore. La liberalizzazione degli orari introdotta nel 2011 con il decreto 'Salva Italia' ha eliminato ogni vincolo e regola in materia di orari commerciali, nel totale disinteresse degli effetti negativi prodotti su milioni di persone, sulle donne, sugli uomini, sui figli e sulle famiglie in generale. Le nuove regole, ancora ferme in Parlamento, se da una parte potranno permettere agli enti locali e alle parti sociali di ridiscutere di orari di apertura degli esercizi commerciali nei territori, dall’altra, non ponendo vincoli, se non con la chiusura di sole 6 festività, sostanzialmente non risolveranno il problema. Anche le lavoratrici e i lavoratori del commercio vogliono che il lavoro sia più dignitoso e contribuisca nel suo insieme a promuovere una società dove prevalga consapevolezza, cultura, dignità e responsabilità”.

I sindacati “invitiano tutti i lavoratori che non hanno sottoscritto l’obbligo nelle giornale domenicali di astenersi dal lavoro festivo che non può essere contrattualizzato e chiedono di garantire ai lavoratori il riposo domenicale e festivo mantenendo la chiusura delle attività. Siamo a disposizione per ogni tutela individuale”. 

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