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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Outlet dell'abbigliamento in via Roma, ultimatum al Comune: "Si cambi il piano commerciale"

L'investitore vorrebbe comprare e affittare una trentina di locali per poi affidarli a una rete di rivenditori. Si tratta di almeno 6 mila metri quadrati. Il piano commerciale cittadino, in centro storico, non prevede però negozi con superficie superiore ai 200 metri

Trenta giorni di tempo: è l'ultimatum lanciato dall'outlet dell'abbigliamento interessato ad aprire una sorta di centro commerciale naturale in via Roma. Il nome dell'azienda non è più top secret: l'investitore, la società campana Bco Company, vorrebbe comprare e affittare una trentina di locali commerciali nel tratto compreso tra la Stazione centrale e via Cavour, per poi affidarli a una rete di rivenditori.

Ma per mettere mano al portafogli, la società vorrebbe una modifica al piano commerciale del Comune che, in centro storico, non prevede negozi con superficie superiore ai 200 metri quadrati (articolo 5 delle norme di attuazione). Altrimenti andrà via e cercherà di investire altrove. E' quanto emerso ieri al termine di una riunione organizzata dai vertici di Ancestor Palermo, branca di Confesercenti che si occupa delle attività commerciali nei centri storici.

Sarebbe di almeno 6 mila metri quadri la superficie minima da utilizzare per outlet di grandi marchi: in ballo circa 200 posti di lavoro, oltre che la rivalutazione di una zona che al momento è in depressione economica. Se dovesse arrivare il via libera del Consiglio comunale, l'investitore aprirebbe in tre mesi. Intanto Confesercenti Palermo e Ancestor avvieranno un ciclo di incontri con i residenti per far conoscere il progetto.  

"La logica che ha ispirato l'investitore - afferma il presidente di Ancestor Vito Minacapelli, che è anche vicepresidente di Confesercenti Palermo - è la stessa dei centri commerciali. Non si tratta quindi un monomarca, ma di un soggetto unico che si occupa della commercializzazione di capi d'abbigliamento. Verrà quindi organizzata una rete di negozi, che si occuperà della vendita al dettaglio. Più negozi che, anziché trovarsi in un immobile unico, sono sparsi lungo l'asse stradale di via Roma". 

Confesercenti, da un anno e mezzo, ha seguito passo dopo passo la Bco Company nella ricerca dei locali commerciali. "Abbiamo individuato i proprietari disposti a vendere o a dare in locazione gli immobili, alcuni dei quali hanno una superficie superiore ai 200 metri quadri. Ecco perché si rende necessaria la modifica o l'eliminazione dell'articolo 5 delle norme di attuazione del piano commerciale, tra l'altro ormai anacronistiche". Sulla modifica sarebbe d'accordo l'amministrazione comunale, che a tal proposito ha presentato una delibera che giace in Consiglio. A Sala delle Lapidi, di fatto nessuno si dichiara contrario a mettere mano al piano commerciale. Tuttavia è arrivata la richiesta di fare un ragionamento organico con le associazioni dei commercianti in seno alla conferenza dei capigruppo.

Finora i grandi marchi, come Lidl e Pittarosso, hanno fatto ricorso a un escamotage (rilevare cioè più licenze commerciali) per bypassare il vincolo dei 200 metri quadri e unificare l'area di vendita. "In linea teorica - conclude Minacapelli - lo si potrebbe fare. Chi però deve fare un investimento vuole garanzie e certezza delle procedure. E l'articolo 5 rappresenta un ostacolo. Sarebbe un peccato gettare alle ortiche un'occasione del genere, utile anche per rilanciare via Roma dove al momento ci sono una cinquantina di locali commerciali vuoti". 

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