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Economia

Accordo Almaviva, c'è che dice no: "Licenziamenti solo spostati nel tempo"

La Cisalcom esce dal coro e si dichiara insoddisfatta dell'intesa. "Le garanzie fornite dall'azienda sono insufficienti, buona parte dell'accordo ricalca quello rifiutato dai lavoratori. Perchè cds solo in 3 siti?". Occhipinti: "Continua il laccio del ricatto"

Almaviva, lavoratori salvi? Tutti contenti? No. L'intesa arrivata dopo 17 ore di trattativa e annunciata in pompa magna dal Governo (premier Renzi in primis) e da (quasi tutti) i sindacati fa storcere il naso a non pochi lavoratori. Che restano convinti che si tratti "di una presa in giro" e che in sostanza sia stato sottoscritto lo stesso accordo "rifiutato un mese attraverso il referendum". A uscire fuori dal coro è il sindacato Cisalcom, seduto intorno al tavolo insieme alle sigle Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cobas. Parla invece di "laccio del ricatto" e di "licenziamenti solo spostati nel tempo" il consigliere comunale dei Comitati Civici Filippo Occhipinti.

"Non riteniamo sufficienti - afferma il segretario provinciale Salvatore Montevago - le garanzie avute da azienda e Governo riguardo le richieste dei lavoratori circa la prospettiva futura e la regolamentazione del comparto. Allo stesso modo non riteniamo soddisfacenti le condizioni sottese alla firma dell'accordo di solidarietà esaminato per linee generali e in discussione in queste ore. Ravvisiamo preliminarmente che lo strumento individuato del contratto di solidarietà viene concentrato su 3 dei 6 siti italiani dell'azienda, contraddicendo di fatto la definizione stessa dello strumento". In pratica i contratti di solidarietà sarebbero previsti solo su tre siti (Roma, Palermo e Napoli), lasciando fuori Milano, Rende e Catania. "Di fatto è come se si creassero due aziende - spiega Montevago - con lavoratori di serie A e serie B. Già questa è un'anomalia perchè solitamente la 'cds' si spalma su tutti i siti".

Inoltre - secondo Cisalcom - buona parte dell'impianto di accordo rifiutato dai lavoratori col recente referendum "viene riproposto e aggravato da un'ulteriore intenzione, già prevista nell'accordo quadro, di discussione dell'art. 4 l. 300 dello statuto, concernente il tema del controllo del lavoratore". "Non abbiamo ricevuto mandato dai lavoratori per firmare a tutti i costi qualsiasi ipotesi di accordo - conclude Montevago - abbiamo ricevuto mandato per valutare la bontà di un possibile accordo e successivamente sottoporlo a discussione con i lavoratori, considerate le tempistiche risicate (non per colpe dei lavoratori) e sostanzialmente considerando irricevibile l'accordo, non abbiamo proceduto ad avallare questa ipotesi".

Dello stesso avviso è il consigliere comunale Filippo Occhipinti, che da tempo segue la vertenza Almaviva. "L'accordo è una buona notizia - afferma Occhipinti - e siamo contenti che siano stati scongiurati i licenziamenti ma è del tutto palese che continua il laccio del ricatto. L'accordo raggiunto è evidentemente al ribasso e fa continuare l'ingiusta e la lenta agonia ai danni dei lavoratori. A pagarne le spese saranno sempre loro, sotto la minaccia del licenziamento che per ora grazie ad ammortizzatori sociali viene solo spostato nel tempo. La verità - chiosa - è che sia il governo nazionale che quello regionale hanno scaricato di fatto sui lavoratori e sul costo del lavoro il rilancio del sistema industriale italiano".

Ecco i punti dell'Accordo Quadro in sintesi:

-Revoca procedura licenziamento collettivo
-Contratto di solidarietà tipo B per 6 mesi senza soluzione di continuità con quella attuale (anche per numerosità degli esuberi)
- Palermo 45% max, Roma 45% max, Napoli 35% max
- Integrazione oltre il 25% di cds
- integrazione Inps garantita
-Garanzia bonus Renzi
- Cds verticale per tutti (nessuna mista)
- Formazione cds su turno parziale 
- Pianificazione quindicinale cds
-Per le commesse gemelle gli volumi aggiuntivi verranno girati prioritariamente alle sedi coinvolte
- Le parti fin da ora concordano a seguito della Cds l'accesso alla Cigs per 12 mesi con le stesse  modalità e % della cds attuale. 
-La sede di Marcellini verrà opzionata per l'eventuale aumento di volumi e a garanzia dell'attuale perimetro occupazionale
-L'azienda si impegna a ridurre del 5% la percentuale massima al termine dei primi sei mesi. Successivamente la % verrà ridotta del 5% ogni trimestre fino a raggiungere il 20% massimo al 18esimo mese. 
-Tavolo mensile di monitoraggio accordo in sede ministeriale.
-Tavolo di settore attivo bimestralmente (prossimo incontro 17 giugno)

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