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Economia

Riorganizzare il lavoro della rete vendita, un incontro per il futuro di Auchan e Sma

L'intento è quello di stabilire come ricollocare i lavoratori di Auchan e Sma. Mimma Calabrò, segretario regionale di Fisascat Cisl: "I lavoratori hanno il diritto di vivere e lavorare serenamente e non con la spada di Damocle che gli pende sul testa"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

La Fisascat Cisl Sicilia ha richiesto un incontro al Gruppo Auchan Retail Italia che ingloba la rete vendita di Auchan e Sma. Per il sindacato urge, oggi più che mai, analizzare se e quali possibili refluenze possano esserci sull'organizzazione del lavoro delle unità produttive della rete siciliana su cui potrebbero essere ricollocati i lavoratori di Auchan La Rena posto che in molte vi sarebbero ancora criticità irrisolte e che molto hanno gravato sulle spalle dei lavoratori.

"Apprezziamo i contenuti dell'ipotesi di accordo raggiunto dalle categorie territoriali di Catania il 28 maggio scorso che è stato anche oggetto di confronto presso il ministero dello Sviluppo economico il successivo 30 maggio. Ma non possiamo non tenere conto di un contesto più ampio e complessivo che riguarda tutti i lavoratori Sma e Auchan della rete vendita siciliana anche alla luce dei dati forniti dalla società a livello nazionale che, di certo, non fanno presagire nulla di buono. Non vorremmo che l'intesa raggiunta sia solo un modo per rimandare il problema e non per risolverlo. E non consentiamo a nessuno di strumentalizzare le nostre preoccupazioni - tuona la Calabrò - i lavoratori hanno il diritto di vivere e lavorare serenamente e non con la spada di Damocle che gli pende sul testa".

"Visto che i lavoratori, secondo l'ipotesi, potranno anche essere ricollocati in unità produttive le cui condizioni non sono rosee e in un recente passato - prosegue la Calabrò - sono state molto critiche e che ancora ne risentono le conseguenze, alla Società chiediamo un piano industriale dal quale possa evincersi un solido progetto di rilancio della rete. Spostare gli esuberi da una unità produttiva ad un altra, che già probabilmente ne conta di propri, non risolve il problema, anzi richierebbe di aggravarlo a danno di tutti i lavoratori. Con senso di responsabilità, richiediamo un confronto per entrare nel merito delle questioni. Riteniamo che debbano trovarsi soluzioni strutturali e non a spot. Lo dobbiamo ai lavoratori che rappresentiamo in modo da scongiurare che il tutto divenga uno specchio per le allodole".

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