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Economia

Fincantieri punta su Palermo: dal 2023 costruirà navi da crociera

Una delle navi in portafoglio ordini del gruppo cantieristico italiano sarà realizzata in città. L'annuncio arriva dal presidente dell'Autorità di sistema portuale Pasqualino Monti: "Riconquistiamo il ruolo di traino per l’economia e il turismo siciliano"

Fincantieri costruirà navi da crociera anche nel porto di Palermo. A partire dal 2023 una delle navi in portafoglio ordini del gruppo cantieristico italiano, sarà realizzata in città, in conseguenza di un intervento massiccio deliberato dall’Autorità Portuale sul bacino di
carenaggio e sull’intenzione di dare vita a un sistema di filiera indispensabile per supportare la costruzione di una grande unità passeggeri. È quanto annunciato da Pasqualino Monti a conclusione del convegno "Noi, il Mediterraneo" che si era già caratterizzato di grande concretezza con la firma dell’atto di affidamento a Msc Crociere e Costa Crociere della gestione del traffico passeggeri nei porti del sistema della Sicilia Occidentale.

Non una formalità, ma una svolta convinta e consapevole, resa possibile, come ribadito sia da Pier Francesco Vago, executive chairman di Msc Crociere e da Beniamino Maltese, senior vice president di Costa Crociere, pronti a concentrare sui porti siciliani. L’evento di oggi ha evidenziato con forza una sorta di unicità di Palermo: unicità che secondo Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti, è rappresentata da un presidente in grado di infrangere non a parole ma con fatti concreti, una burocrazia e quindi una paura diffusa di subire, anche a livello personale, le conseguenze di qualsiasi scelta, l’immobilismo che paralizza la quasi totalità dei porti. Anche per Stefano Messina, presidente di Assarmatori, il caso Palermo rappresenta un’eccezione e un caso da seguire e la prova che una forte volontà puó ottenere i risultati che sembrano impossibili.

Per Mario Mattioli, il deficit della bolletta logistica, dimostra che l’Italia ha e deve cambiare, magari da subito dando vita almeno a un sottosegretario con delega totale agli “affari di mare” oggi dispersi fra nove ministeri diversi.

Il convegno è servito anche a fare il punto sulla trasformazione del porto di Palermo. In poco più di un anno l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale ha sbloccato 45 cantieri per la costruzione di nuove opere, avviando a conclusione lavori bloccati in taluni casi da oltre vent’anni, per un valore complessivo di 645 milioni di euro, di cui 387 nel solo porto di Palermo.

“Per noi – ha sottolineato Pasqualino Monti – quella odierna è una data doppiamente importante. Da un lato, siamo in grado oggi di affermare di aver risvegliato il porto di Palermo e insieme quelli di Trapani, Termini Imerese e Porto Empedocle che, usciti dal letargo, sono stati capaci di tranciare le catene della burocrazia e riconquistare il ruolo di traino per l’economia e il turismo siciliano. Dall’altro, abbiamo riportato questa straordinaria e unica area al centro del Mediterraneo e degli interessi dei grandi gruppi del mercato delle crociere”. 

Conquista riflessa anche dall’ipotesi che sta diventando realtà di fare del polo cantieristico di Fincantieri un centro non solo di riparazione e allungamento delle imbarcazioni, ma anche di costruzione delle grandi navi passeggeri di cui Fincantieri è leader mondiale”.
Complessivamente il progetto in atto nei porti della Sicilia occidentale ha già fatto impennare le entrate del sistema da 25 milioni del 2017 a oltre 153 milioni. Notevole anche l’urto occupazionale riflesso da una crescita record delle giornate lavorate che ha tagliato  drasticamente il ricorso alla cassa integrazione.

Il presidente Monti ha puntato con forza il dito contro i danni da burocrazia derivati dall’equiparazione dei porti a componenti della pubblica amministrazione, che ha accentuato il difetto sistemico per cui si punta a contenere il debito piuttosto che a porre in atto le misure che consentano al Pil di svilupparsi. “L’esperienza di Palermo – ha detto Monti – sta dimostrando che 'si puó fare' anche se ciò comporta per chi gestisce la cosa pubblica, e in particolare i porti, l’assunzione di rischi personali”. Nel ricordare tempi biblici per l’inizio dei lavori di un’opera marittima sopra soglia, nonché la follia della normativa sui dragaggi, Monti ha rilanciato l’idea di un ordinamento speciale che consenta ai porti di rispondere nei tempi che il mercato richiede alle istanze dei grandi operatori, generando ricchezza per il territorio. Rispondendo indirettamente anche alla provocazione positiva lanciata dal sindaco Leoluca Orlando, che aveva affermato come “Palermo per come si sta proponendo sul mercato possa svolgere il ruolo di Bruxelles del Mediterraneo, il presidente dell’AdSP ha lanciato un doppio segnale: “Non arrendersi al muro invalicabile eretto dalla burocrazia e non aver paura”. Come sta accadendo a Palermo, pronta a “realizzare l’impossibile”.

“La collaborazione istituzionale ha creato le condizioni per consentire nei prossimi anni di aggiungere ai lavori di trasformazione e riparazione, anche quelli di costruzione di grandi navi presso il Cantiere navale. È un risultato importante in un settore strategico dell'economia cittadina - ha affermato il sindaco Leoluca Orlando -. In tale modo, accanto al significativo sviluppo e potenziamento del porto in funzione turistica e commerciale, si affianca un altrettanto significativo sviluppo e potenziamento dei Cantieri Navali”.

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