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Economia

Lavoro, dramma senza fine a Palermo: aziende in crisi e valanga di licenziamenti

Più di 40 vertenze aperte, disoccupati a gogò, tagli in arrivo e aziende prossime al fallimento. Il quadro della situazione palermitana, dal caos Almaviva ai guai dei Cantieri navali

Non solo Almaviva. Il dramma lavoro avvolge anche altri settori dell'economia palermitana. Disoccupati a gogò, licenziamenti in arrivo, tagli, sforbiciate e aziende prossime al fallimento. Un sistema produttivo che sta implodendo, di giorno in giorno si perdono pezzi. Ci sono più di 10 mila lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro. Insomma, avanza lo spettro della macelleria sociale.

Lavoro povero che diventa sempre più povero. Il tasso di occupazione è sceso dal 43,3% del 2008 al 38% del 2015. E il tasso di disoccupazione è salito dal 16,9% al 23,9%. La disoccupazione giovanile oggi è al 65 per cento, nel 2008 era al 48,7. E in aumento è anche la disoccupazione femminile: si è passati dal 19,5% di donne senza lavoro nel 2008 al 25,4% del 2015”.

Ma più in generale sono circa 3 mila in provincia di Palermo i lavoratori in attesa dei decreti per gli ammortizzatori sociali. Appartengono principalmente al settore del commercio, dell'edilizia, della metalmeccanica, dell'agricoltura. Ai due sit-in organizzati recentemente da Cgil, Cisl e Uil erano presenti i lavoratori licenziati, di attività fallite o poste in liquidazione, come Salamone e Pullara, il Bar Mazzara, la Federico Musei, Max Living, Migliore, Li Vorsi, Fiorentino, President Hotel, Effedì, che ha licenziato 140 lavoratori, Palitalia a Carini, che ha licenziato 90 lavoratori ai quali è scaduta la mobilità, Keller, Oro e Argento, Stancampiano, Telecom srl, la ditta Demainox di Alcamo, Indotto Fincantieri. E come se non bastasse il 23 giugno chiuderà il negozio Stefanel di via Ruggero Settimo. Il gruppo ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per i dipendenti. La chiusura sarebbe dovuta alle “perdite generate nel punto vendita”, che avrebbe prodotto grosse perdite. 

La crisi ha devastato anche l'area industriale di Brancaccio. La desertificazione industriale di Palermo ha certamente contribuito a rendere più povero un comprensorio che ormai si regge soltanto sul lavoro pubblico. Ma in tutta la provincia di Palermo sono scomparse negli ultimi cinque anni quasi mille aziende industriali. Nell’arco di cinque-sei anni si sono persi in provincia di Palermo, solo nel comparto metalmeccanico, almeno 2.500 posti di lavoro. Nella zona industriale di Termini Imerese è scomparsa per prima l'insegna della Biennesud, l'azienda accanto al Lingotto, dove si verniciavano le Fiat.  Altre insegne ormai cadenti sono quella della Universalpa, azienda che forniva i pezzi lavorati della Punto e della Tecnoimpianti, oggi vuota. E poi la Clerpem, che realizzava i sedili per il Lingotto, la Ergom-Magneti Marelli, la Lear,  la Imam: sparite tutte le piccole fabbriche che traevano ossigeno dal polmone della Fiat. In totale, secondo l'ultimo rapporto Irsap del 2013, le 86 industrie dell'area industriale di Termini Imerese quasi per la metà sono chiuse: 20 del tutto inattive, altre 20 “in programmazione” ma poche hanno aperto i battenti. 

Nell'altro polmone industriale di Palermo, quello di Carini, la metalmeccanica è in agonia. C'è l' Ansaldobreda, i cui 140 operai sono stati assorbiti dalle Ferrovie. La Keller è fallita: licenziate 200 tute blu. La Italtel, 203 lavoratori nel settore dei sistemi informatici e delle telecomunicazioni, da più di un anno ha avviato cassa integrazione e solidarietà. La Selital, che realizza piastre elettroniche, è senza commesse, ridotta al lumicino: i 160 operai dopo la  cassa integrazione straordinaria hanno iniziato la cig in deroga, e c'è  la minaccia di 100 esuberi. E hanno chiuso definitivamente i battenti la Tecnosistemi, la Palitalia, la Effedi e la Cpc: in tutto trecento posti di lavoro in fumo. Ha chiuso nei mesi scorsi la Icar Arredi, in affanno sono la Tecnozinco, la Omer, altra azienda nel settore ferroviario. 

CANTIERI NAVALI
A marzo sono partite altre 13 settimane di cassa integrazione per 150 lavoratori a rotazione del Cantiere Navale di Palermo, le cui attività quasi del tutto cessate per la scelta di Fincantieri di non attribuire più commesse allo stabilimento palermitano. E si parla già di un terzo periodo di cig. Al Cantiere lavorano circa 450 operai. E anche peggio sta l'indotto: un migliaio di lavoratori di aziende storiche della saldocarpenteria è stato estromesso dal mercato del lavoro. Mercoledì 4 maggio hanno manifestato in Prefettura i lavoratori delle cooperative storiche. Si tratta di 180 operai di cooperative come la Portisti, la Picchettini, la Spavesana, che svolgevano  le opere di carenaggio, saldatura, sabbiatura e pitturazione delle navi e che oggi sono completamente inattive per mancanza di commesse.

FORESTALI  
Sono 7.500 i lavoratori forestali, tra antincendio e manutenzioni, della provincia di Palermo. Nel 2016 finora è stato avviato al lavoro solo il contingente dei  900 “151unisti”, per 20 giornate di lavoro, con decorrenza da maggio. Gli  iscritti tra le fila dei lavoratore a 101 e 78 giornate di lavoro, sono fermi. Così anche quest'anno il  lavoro di prevenzione degli incendi estivi partirà in ritardo:  dovrebbero ripulire i viali parafuoco e occuparsi dei servizi antincendi a protezione dei boschi. Uno spiraglio si è aperto con l'annuncio a fine febbraio di una riforma del comparto. 

PROVINCIA PALERMO
E' crisi alla ex Provincia di Palermo, dove prosegue il cammini per  si va verso il recepimento della legge Delrio di riforma degli enti. Il bilancio non  chiude,  l'attività è ridotta al lumicino mentre è in corso l'esodo del personale. I dipendenti della Provincia oggi sono 850, di cui 9 dirigenti. Sono andate via 309 persone: 62 docenti  sono passati allo Stato, 4 unità sono transitate  al Tribunale, circa 220 dipendenti sono in prepensionamento, altri in mobilità.  

SCUOLE E STRADE 
Mancano i soldi per i due servizi principali che l'ex Provincia cura, ovvero la manutenzione di  2.300 km di strade e  la cura di 180 scuole, di cui metà in affitto: si spendono 10 milioni di euro per gli affitti, 4 milioni di euro per i mutui, 7 milioni per l'assistenza invalidi. La manutenzione di scuole e strade è fortemente deficitaria: si è passati da una spesa di 50 milioni per gli edifici scolastici e di 80 milioni per le strade a 500 mila euro per entrambi i capitoli.  

COMUNI IN CRISI 
Tutti gli 82 comuni della provincia sono in difficoltà finanziaria, e i pagamenti degli stipendi sono in ritardo, per i mancati trasferimenti da parte della Regione. Ritardi che pesano sul pagamento degli stipendi sia dei  precari che dei dipendenti di ruolo. A Godrano da un anno i dipendenti non prendono lo stipendio. A Carini è stato dichiarato il dissesto finanziario, con ricaduta sui lavoratori dipendenti: ai 107 lavoratori a tempo determinato è stato sospeso il contratto.  

ATI GROUP
Sconta i problemi che si registrano nel 90 per cento delle imprese confiscate, quasi tutte a un passo dalla chiusura. La più  grossa impresa edile di Bagheria, l'Ati Group, è ferma da 3 anni e i 120 lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria, provvedimento che scadrà nell'agosto del 2016: se non si riparte l'attività produttiva, i lavoratori rischiano il licenziamento. L'Ati Group oggi ha cura  piccoli lavori affidati dall'Agenzia dei Beni confiscati.  La ristrutturazione della clinica Santa Teresa non è più partita nonostante un contratto già firmato con una società che doveva utilizzare i lavoratori Ati Group. La crisi dell'edilizia è forte anche a Bagheria, come a Palermo. Nei mesi scorsi anche una storica azienda edile come la “cooperativa La Sicilia”, che ha occupato negli anni diverse centinaia di lavoratori, è fallita e i  100 e più lavoratori sono stati licenziati. 

PRECARI ENTI LOCALI  
Tra Palermo e provincia  sono circa i  3 mila i precari, lavoratori a tempo determinato, da stabilizzare. Sono l'asse portante dei funzionamento dei servizi degli  enti locali. Hanno contratti quinquennali che scadono a dicembre. Oltre a loro, ci sono circa 2 mila  Lsu in attesa di stabilizzazione.  


 




 

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