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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Dati Istat, Confcommercio: "Sicilia rantola nonostante un potenziale immenso"

Negli ultimi dieci anni il Pil pro capite del Sud è sceso dell’8,1 per cento e il tasso di occupazione, nel 2018, è fermo al 48,2%. La ricetta del presidente Di Dio: "Sviluppare le infrastrutture da terzo mondo, meno tasse e più semplificazione”

“Se l’Italia è un paese che arranca, il Sud - e la Sicilia in particolare - rantola nonostante un potenziale immenso”. A lanciare l'allarme, dopo la diffusione degli ultimi dati Istat è Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo: “Occorre dare fiducia e stabilità, serve un piano strategico di sviluppo per le infrastrutture del Sud che sono da terzo mondo, meno tasse e più semplificazione”.

Il Paese è sempre più spaccato in due. Se da una parte l’Italia centrale e settentrionale ha già raggiunto l’obiettivo di Lisbona 2020 di un tasso di occupazione del 67%, il Sud è indietro e si trova ancora al 48,2% nel 2018, con meno di metà delle persone tra i 24 e i 64 anni occupate. Al Nord Est la quota è più alta di quasi 25 punti rispetto al Mezzogiorno (73%). Secondo un recente studio di Confcommercio, "il divario nelle opportunità di lavoro contribuisce a fare del Sud un luogo di passaggio per chi ha la possibilità di andare altrove”.

Negli ultimi dieci anni, dal 2008 al 2018, inoltre il Pil pro capite del Sud è sceso dell’8,1 per cento. "Un’economia ferma e senza una prospettiva di ripresa - continua Di Dio - aggrava i problemi strutturali del Mezzogiorno. Gli over 60 erano meno di un quarto della popolazione totale vent’anni fa, mentre ora rappresentano il 30% e arriveranno al 40% tra vent’anni. Per non parlare dello spopolamento: tra il 2015 e il 2018 la popolazione del Mezzogiorno d’Italia è diminuita di oltre 222 mila unità e il fenomeno è destinato a salire esponenzialmente. Come sempre - conclude -  il Sud del Sud d’Italia e d’Europa è la Sicilia, il cui divario dal resto del Paese è sempre più accentuato, come evidenziano i dati cronici sulle carenze di infrastrutture, sulla disoccupazione, sul disagio sociale e il degrado delle città”.

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